Francesco: “Non scoraggiamoci davanti alla croce: con Dio le fragilità diventano opportunità”

3 ottobre 2021 | 13:04
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Francesco: “Non scoraggiamoci davanti alla croce: con Dio le fragilità diventano opportunità”

Il Papa all’Angelus: “Chi cerca Dio lo trova nei piccoli. Ogni affronto fatto a un piccolo, a un povero, a un indifeso, è fatto a Lui”

Città del Vaticano – “Quando ci sentiamo piccoli di fronte a un problema, a una croce, a una malattia, quando proviamo fatica e solitudine, non scoraggiamoci. Sta cadendo la maschera della superficialità e sta riemergendo la nostra radicale fragilità: è la nostra base comune, il nostro tesoro, perché con Dio le fragilità non sono ostacoli, ma opportunità”.

A dirlo è Papa Francesco durante la preghiera domenicale dell’Angelus. Affacciato su una piazza San Pietro gremita di fedeli, sotto un cielo che minaccia pioggia, il Pontefice commenta il brano odierno del Vangelo focalizzando l’attenzione su “una reazione di Gesù piuttosto insolita: si indigna”. Un’indignazione, sottolinea Bergoglio, che “non è causata dai farisei che lo mettono alla prova con domande sulla liceità del divorzio”, bensì “dai suoi discepoli che, per proteggerlo dalla ressa della gente, rimproverano alcuni bambini che vengono portati da Gesù”.

Il motivo? “Chi cerca Dio – spiega Bergoglio – lo trova nei piccoli, nei bisognosi: non solo di beni, ma di cura e di conforto, come i malati, gli umiliati, i prigionieri, gli immigrati, i carcerati. Lì c’è Lui. Ecco perché Gesù si indigna: ogni affronto fatto a un piccolo, a un povero, a un indifeso, è fatto a Lui”. E Gesù stesso che lo dice: “Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso” (Mc 10,15). Dunque, sottolinea Francesco; “il discepolo non deve solo servire i piccoli, ma riconoscersi lui stesso piccolo. Sapersi piccoli, sapersi bisognosi di salvezza, è indispensabile per accogliere il Signore. È il primo passo per aprirci a Lui”.

Spesso, però, fa notare, “ce ne dimentichiamo. Nella prosperità, nel benessere, abbiamo l’illusione di essere autosufficienti, di bastare a noi stessi, di non aver bisogno di Dio. È un inganno, perché ognuno di noi è un essere bisognoso, un piccolo”. Al contrario, nella vita, “riconoscersi piccoli è il punto di partenza per diventare grandi. Se ci pensiamo, cresciamo non tanto in base ai successi e alle cose che abbiamo, ma soprattutto nei momenti di lotta e di fragilità. Lì, nel bisogno, maturiamo; lì apriamo il cuore a Dio, agli altri, al senso della vita”.

Ed è “proprio nella fragilità che scopriamo quanto Dio si prende cura di noi. Le contrarietà, le situazioni che rivelano la nostra fragilità sono occasioni privilegiate per fare esperienza del suo amore. Lo sa bene chi prega con perseveranza: nei momenti bui o di solitudine, la tenerezza di Dio verso di noi si fa – per così dire – ancora più presente. Ci dà pace, ci fa crescere”.

“Nella preghiera il Signore ci stringe a sé, come un papà col suo bambino. Così diventiamo grandi: non nell’illusoria pretesa della nostra autosufficienza, ma nella fortezza di riporre nel Padre ogni speranza. Proprio come fanno i piccoli. Chiediamo oggi alla Vergine Maria una grazia grande, quella della piccolezza: essere bambini che si fidano del Padre, certi che Lui non manca di prendersi cura di noi”, conclude Francesco.

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