Trovate bombe a mano e pistole: l’arsenale della ‘Ndragheta nella guerra contro lo Stato

4 ottobre 2021 | 13:07
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Trovate bombe a mano e pistole: l’arsenale della ‘Ndragheta nella guerra contro lo Stato

I fermati sono ritenuti responsabili di aver portato in luogo pubblico armi comuni e da guerra con la finalità di realizzare un progetto omicidiario

Arresti e perquisizioni in tutta Italia nei confronti di persone ritenute appartenenti alla ‘Ndrangheta accusate di associazione di tipo mafioso, omicidio e detenzione illegale di armi.

Dalle prime ore della mattinata, nelle province di Brescia, Reggio Calabria e Vibo Valentia, 200 militari dei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Brescia, unitamente a personale del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, e con il supporto dei rispettivi Comandi competenti per territorio, stanno eseguendo un provvedimento di fermo di indiziato di delitto del Pubblico Ministero, emesso dalla Procura Distrettuale, nei confronti di 5 persone, ritenute responsabili, in concorso tra loro, di avere detenuto e portato in luogo pubblico armi comuni e da guerra (pistole e bombe a mano) con la finalità di realizzare un progetto omicidiario, maturato in un contesto di criminalità organizzata, con l’aggravante di avere agevolato l’attività di una famiglia ‘ndranghetistica.

Nell’ambito dell’operazione ‘Tabacco selvatico’ sono in corso 27 perquisizioni su tutto il territorio nazionale presso persone fisiche ed entità giuridiche coinvolte nelle investigazioni.

L’indagini è stata avviata nel maggio del 2020, a seguito del rinvenimento e sequestro di 42 tonnellate di tabacco, di provenienza estera, del valore di circa 8 milioni di euro e di macchinari per la lavorazione del tabacco e il confezionamento di pacchetti di sigarette, operato dal Gruppo Guardia di Finanza di Brescia e dalla Compagnia Carabinieri di Verolanuova.

I successivi sviluppi investigativi, curati dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – Gico Guardia di Finanza Brescia e il Reparto Operativo – Nucleo Investigativo Carabinieri Brescia, sotto il coordinamento di questa Procura, hanno condotto, ad un arresto per usura il 30 luglio 2020; al rinvenimento, il 4 agosto dello scorso anno, di una bomba a mano di fabbricazione jugoslava, di una pistola Glock cal. 9×21 (provento di furto), di una pistola cal. 22LR clandestina (priva di matricola).

E ancora: il 21 agosto 2020, all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Brescia, nei confronti di due persone responsabili di acquisto, trasporto e detenzione di 57 tonnellate di tabacco lavorato estero di contrabbando, della produzione di sigarette e della contraffazione di marchi, di evasione fiscale per circa 600mila euro, di detenzione e porto di armi clandestine e da guerra. Mentre il 24 agosto, dopo l’emissione di un mandato di arresto europeo, è stato data esecuzione in Slovenia ad un arresto nei confronti di una terza persona ritenuta responsabile, in concorso, dei medesimi reati. Il 12 settembre 2020, è stata rinvenuta una bomba a mano.

Le indagini di polizia giudiziaria sono state condotte anche all’estero con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Dcpc (Direzione Centrale Della Polizia Criminale), di Europol e di Eurojust. L’esito delle indagini, risultate particolarmente complesse anche perché rivolte ad ambienti di criminalità organizzata impermeabili alle investigazioni, ha consentito di raccogliere univoci e concordanti indizi di colpevolezza nei confronti dei destinatari del fermo, individuati, a vario titolo, quali mandanti ed esecutori materiali del progetto omicidiario; di accertare il contesto associativo nel quale è stato maturato l’omicidio, ordito da una famiglia ‘ndranghetistica con base nella provincia di Reggio Calabria, in danno di un pregiudicato, di origine calabrese, residente in un’altra provincia del Nord Italia, in passato legato a quella stessa compagine criminale.

Inoltre, di evidenziare l’elevata caratura criminale di taluni dei soggetti coinvolti, pienamente e da tempo inseriti nel contesto economico di Brescia, i quali, mantenendo uno stretto legame con il rilevante contesto associativo di origine, partendo da questa provincia, hanno pianificato un attentato derivante da antiche faide. I destinatari dei provvedimenti di fermo eseguiti in data odierna sono stati ristretti in carcere. (fonte: Adnkronos)

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.