Roma, rapinarono e riempirono di botte un uomo: Daspo urbano per 3 ragazzini

13 ottobre 2021 | 11:15
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Roma, rapinarono e riempirono di botte un uomo: Daspo urbano per 3 ragazzini

I giovani hanno aggredirlo la vittima con calci e pugni sul volto, fino a quando, è caduta ed è stata rapinata di cellulare, orologio e portafoglio

Roma – Sono stati adottati dal Questore, sulla base dell’istruttoria della Divisione Polizia Anticrimine, 3 provvedimenti di divieto di accesso alle aree urbane di cui all’art. 13 bis della legge n. 48/2017 nei confronti di altrettanti ragazzi di 14 anni che, nei giorni scorsi, si erano resi responsabili, in concorso tra loro, dei reati di rapina aggravata e lesioni personali aggravate.

In particolare alle 5 e 50 del 26 settembre si era presentato presso il XV Distretto di Polizia Ponte Milvio, diretto da Mangino Luigi, un uomo, il quale, emotivamente scosso e visibilmente ferito sulla parte destra del volto, ha riferito loro di essere stato vittima di una rapina da parte di tre giovani, probabilmente minorenni. La vittima ha poi precisato che i ragazzi, autori della rapina, si trovavano sul suo medesimo autobus ed erano scesi con lui alla fermata nei pressi di Piazza dei Giuochi Delfici. Una volta scesi dal bus i giovani hanno iniziato ad aggredirlo con calci e pugni sul volto, fino a quando, caduto, è stato rapinato del cellulare, di un orologio e del portafoglio. Grazie alla descrizione fornita dalla vittima e all’applicativo per localizzare il cellulare, i 3 ragazzi sono stati rintracciati ed arrestati dagli agenti della Sezione Volanti in via Flaminia.

Nei confronti dei tre minori, ai quali il Tribunale per i minorenni ha applicato, in sede cautelare, la prescrizione della permanenza in casa nelle ore notturne, si affianca il provvedimento del Questore di Roma che interdice, ai 3 ragazzi, l’accesso ai pubblici esercizi e locali di pubblico trattenimento della zona urbana di Corso Francia e Ponte Milvio, ove è avvenuta l’aggressione, per la durata di 2 anni.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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