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Sanità, Giuliano (Ugl): “Non si ripetano mai più atti di violenza sugli operatori”

"Chiediamo di ripristinare con la massima urgenza le postazioni di pubblica sicurezza nei presidi"

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I recenti atti di violenza verificatisi all’interno del Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I (leggi qui) a Roma hanno riproposto il problema della sicurezza degli operatori sanitari nelle strutture. “Quello che è accaduto in uno dei più importanti ospedali della capitale – commenta il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano – è stato un episodio gravissimo ed eclatante tanto da meritare la massima attenzione dei media nazionali. Ma ogni giorno, ad ogni latitudine, sono tantissimi i professionisti vittime di aggressioni fisiche e verbali di cui non si parla.

Chiediamo nuovamente, come abbiamo già fatto in passato, un intervento deciso da parte delle istituzioni perché essere al servizio della gente non diventi, per i lavoratori, un rischio per la propria incolumità personale”. L’inasprimento delle pene con l’approvazione della Legge 113/2020 per chi commette attivi di violenza nei confronti dei professionisti della salute non è quindi riuscito a porre un freno ai costanti episodi di aggressione.

Non basta una mera informativa all’interno delle strutture che richiama alle conseguenze che si possono correre in caso di atti di violenza – prosegue il sindacalista – ma ci vogliono anche altri strumenti. Chiediamo, quindi, di ripristinare con la massima urgenza le postazioni di pubblica sicurezza nei presidi ed ove non possibile di garantire la presenza costante, 24 ore su 24, di guardie giurate. Bisognerà intervenire creando passaggi dedicati, che siano accessibili al solo personale sanitario, mettendo in sicurezza le zone più a rischio ed evitando così possibili contatti con gli utenti”.

“Infine, – conclude Giuliano –  servirà una campagna di informazione attraverso i media, che arrivi nelle scuole, per aiutare i cittadini a comprendere il ruolo fondamentale al servizio degli assistiti che viene svolto dai professionisti della salute. Tutto questo perché mai più si ripetano attivi di violenza sugli operatori”.

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