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Tarquinia, concluso il restauro della Tomba dei Vasi dipinti

18 ottobre 2021 | 04:00
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Tarquinia, concluso il restauro della Tomba dei Vasi dipinti
Tarquinia, concluso il restauro della Tomba dei Vasi dipinti
Tarquinia, concluso il restauro della Tomba dei Vasi dipinti
Tarquinia, concluso il restauro della Tomba dei Vasi dipinti
Tarquinia, concluso il restauro della Tomba dei Vasi dipinti

La tomba torna così finalmente al suo splendore, dopo l’ingiuria del tempo e soprattutto un devastante intervento dei “tombaroli”.

Tarquinia – Sabato 16 ottobre 2021, alle ore 15.30, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale ha inaugurato alla presenza delle autorità il restauro della Tomba dei Vasi Dipinti, nella necropoli dei Monterozzi di Tarquinia (VT).

Le scene dipinte sulle pareti della tomba erano danneggiate a più riprese da crepe strutturali della roccia e dalla penetrazione di numerose radici, ma soprattutto dagli interventi clandestini che avevano asportato interi settori delle pareti decorate. “Da questa situazione disperata” annuncia con soddisfazione il Soprintendente Arch. Margherita Eichberg “si è arrivati oggi a un completo restauro grazie al generoso contributo straordinario della Ny Carlsberg Foundation, che ha finanziato i lavori per il tramite dell’Accademia di Danimarca sotto forma di un accordo di sponsorizzazione tecnica”.

Il progetto di conservazione è stato ideato e portato a compimento da Franco Adamo con la sua inseparabile collega e consorte Adele Cecchini, due tra i massimi esperti del restauro e della conservazione delle tombe dipinte di Tarquinia.

Secondo le parole di Annette Rathje, professore emerito all’Università di Copenhagen, “il primo merito di questo accordo va alla compianta Mariolina Cataldi, per molti anni funzionario archeologo di Tarquinia, che ha saputo creare un ponte internazionale per la salvaguardia della pittura funeraria etrusca”.

La tomba, scoperta nel 1867, si distinse da subito per la qualità calligrafica dei dipinti e per l’originalità dei soggetti, che comprendono una scena struggente di affetto coniugale e danze vorticose di uomini e donne.

La camera sepolcrale rimase in condizioni discrete per quasi un secolo, prima del devastante intervento dei famigerati “tombaroli”, che (utilizzando una motosega!) hanno tagliato ampie porzioni della decorazione dipinta, corrispondenti ai dettagli più preziosi dei volti e delle suppellettili raffigurati.

Fortunatamente, grazie a fotografie e acquarelli d’epoca e soprattutto ai fac-simile conservati presso la Ny Carlsberg Glyptothek si ha oggi una buona idea delle figure andate perdute e pertanto il nuovo restauro è stato arricchito da alcune integrazioni su supporti mobili, che consentono di apprezzare la tomba nel suo insieme e mostrare ai visitatori la brutalità insensata dei “ladri d’arte”, capaci di distruggere un capolavoro pur di poterne rubare una piccola porzione.

“È pertanto con estrema gioia” commenta il funzionario archeologo Daniele F. Maras “che mi unisco ai restauratori nel presentare la splendida sorpresa di una nuova porzione della decorazione dipinta, rimasta intatta e ignota ai clandestini, perché coperta da un velo calcareo”.

Oggi, la Tomba dei Vasi Dipinti rinasce a nuova vita, come simbolo di una nuova sensibilità nei confronti dei beni culturali e come monito per le nuove generazioni a conoscere, conservare e proteggere le testimonianze di una civiltà artistica che è stata riconosciuta patrimonio dell’umanità.

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