Truffa a Termini, si finge impiegata e aiuta i turisti… ma a pagamento

21 ottobre 2021 | 10:20
Share0
Truffa a Termini, si finge impiegata e aiuta i turisti… ma a pagamento

E’ stata una turista messicana a dare l’allarme ai Carabinieri dopo aver dato 10 euro alla finta dipendente

Roma – I Carabinieri del Nucleo Scalo Termini hanno arrestato una cittadina romena di 37 anni, nella Capitale senza fissa dimora e con precedenti, con l’accusa di truffa aggravata.

La donna si era appostata nei pressi delle biglietterie automatiche posizionate nell’atrio della stazione ferroviaria “Termini” e al passaggio dei viaggiatori, fingendosi un’impiegata addetta al servizio, “armata” di penna e di laccio riportante il logo dell’azienda, si prestava per dare loro ausilio nelle fasi di acquisto dei titoli.

Una turista messicana è caduta nella trappola tesa dalla 37enne: la finta addetta, agganciata la vittima di turno, ha svolto per lei le operazioni di acquisto sulla biglietteria automatica, poi ha afferrato i biglietti appena erogati chiedendo alla turista 10 euro quale corrispettivo della prestazione offerta.

In un primo momento, la vittima ha consegnato il denaro, ma il suo atteggiamento minaccioso l’ha spinta, subito dopo, a chiedere spiegazioni alla pattuglia di Carabinieri che ha incrociato poco distante.

I militari si sono messi subito sulle tracce della cittadina romena, sorprendendola in possesso di 165 euro in contanti, ritenuti provento della sua attività illecita, e del “kit” con logo utilizzati per carpire la fiducia delle vittime.

La 37enne è stata trattenuta in caserma dove rimane a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

È il secondo caso in poco più di 10 giorni di questo nuovo genere di truffa, messa in piedi spacciandosi per dipendenti, scoperta dai Carabinieri: l’11 ottobre scorso, infatti, gli stessi militari hanno denunciato a piede libero un’altra donna che aveva attaccato sulla giacca che indossava la patch di uno dei reparti dell’azienda, traendo in inganno un viaggiatore con le stesse modalità.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

Il Faro online – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Roma Città Metropolitana
Clicca qui per iscriverti al canale Telegram sulle notizie dall’Italia e dal mondo