Roma, colpo ai Casamonica: al via lo sgombero delle villette. Andranno ai carabinieri

22 ottobre 2021 | 08:58
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Le operazioni sono in corso da stamattina. Sono impegnati 50 Carabinieri e agenti della Polizia Locale di Roma Capitale

Roma – Questa mattina, i Carabinieri del Gruppo di Frascati stanno intervenendo a Roma, via Caldopiano, per sgomberare un complesso residenziale di circa 3mila metri quadrati, comprendente 2 villette unifamiliari e 1 villetta bifamiliare, riconducibile ai “Casamonica”.

Sul posto è presente personale dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e dell’Agenzia del Demanio che, una volta entrata in possesso dei beni immobili, li darà in uso all’Arma dei Carabinieri.

Dopo le opportune riunioni presso la Prefettura di Roma, per le operazioni di sgombero stanno operando circa 50 Carabinieri e agenti della Polizia Locale di Roma Capitale che hanno anche attivato i servizi sociali per alcuni degli occupanti sine titulo.

Il complesso residenziale di via Caldopiano, insieme ad altro patrimonio di rilevante entità (tra cui diverse Ferrari), era stato oggetto sia di richiesta di Misure di Prevenzione nel 2003 sia di sequestro e successiva confisca nell’ambito di un procedimento penale della Procura di Roma, per i reati di usura e altri previsti dal T.U. delle Leggi Bancarie. La confisca è stata disposta con Sentenza della Corte di Appello di Roma II Sz. Penale del 16 dicembre del 2015.

La soddisfazione del Presidente Zingaretti

Il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti scrive sulla sua pagina facebook: “Bene lo sgombero delle villette dei clan mafiosi a Tor Bella Monaca, che si aggiungono agli appartamenti liberati ieri e agli allacci abusivi interrotti nello stesso quartiere grazie al lavoro di Ater e Regione Lazio. Un’altra vittoria della legalità a Roma, grazie alla Prefettura e alle Forze dell’Ordine”.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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