Roma, in ciabatte dà fuoco alle auto e ai cassonetti: arrestato il piromane incubo dell’Esquilino

25 ottobre 2021 | 10:58
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Roma, in ciabatte dà fuoco alle auto e ai cassonetti: arrestato il piromane incubo dell’Esquilino

Il 26enne è stato sottoposto fermo di indiziato di delitto e riconosciuto anche come colui che ha infranto il lunotto posteriore a ben 9 auto

Roma – I Carabinieri della Stazione di Roma Piazza Dante hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un cittadino del Togo di 26 anni, già colpito da un decreto di espulsione dal territorio nazionale, per il reato di incendio doloso.

A seguito di un’accurata indagine, i Carabinieri hanno raccolto numerosi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo, in ordine alla commissione di tre incendi, tutti di natura dolosa, appiccati nella notte tra il 16 e il 17 ottobre scorso, in Piazza Manfredo Fanti, via Carlo Cattaneo e Via Filippo Turati, rispettivamente ad alcune masserizie collocate lungo una facciata di un condominio, un’autovettura, uno scooter e, infine, ad alcuni cassonetti dell’immondizia.

Analizzando le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, i Carabinieri hanno notato distintamente un uomo giungere a piedi e appiccare le fiamme al predetto cumulo di masserizie e poi dirigersi verso i luoghi in cui, poco dopo, si sprigionavano gli altri due incendi.

La vera svolta nelle indagini è avvenuta quando i Carabinieri, il successivo martedì 19 ottobre, sono intervenuti in Piazza Manfredo Fanti, per un “danneggiamento seriale” su ben nove autovetture, a cui era stato infranto il lunotto posteriore mediante l’utilizzo di una “mazza”, ad opera di un uomo la cui descrizione era perfettamente sovrapponibile all’autore degli incendi.

Poco dopo, i Carabinieri hanno rintracciato il 26enne, riconosciuto grazie all’inconfondibile particolare delle calzature indossate, ovvero un paio di ciabatte con striscia nera e fibbia riflettente, lo hanno perquisito e trovato in possesso di un accendino che è stato sequestrato.

L’uomo è stato associato presso il carcere di Rebibbia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, ove, dopo la convalida del fermo eseguito d’iniziativa dai Carabinieri, è rimasto ristretto. La notizia dell’arresto dell’uomo è stato accolto con grande soddisfazione dai residenti del quartiere in quanto gli incendi e il danneggiamento delle auto in sosta aveva avevano creato un preoccupante allarme e avevano avuto risonanza mediatica.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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