2 novembre, il Papa in preghiera tra le tombe dei militari: “Queste pietre gridano pace”

2 novembre 2021 | 15:23
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2 novembre, il Papa in preghiera tra le tombe dei militari: “Queste pietre gridano pace”
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2 novembre, il Papa in preghiera tra le tombe dei militari: “Queste pietre gridano pace”

Messa del Pontefice al cimitero militare francese di Roma: “Queste tombe gridano pace: ‘Fermatevi, fratelli e sorelle, fermatevi! Fermatevi, fabbricatori di armi, fermatevi!'”

Roma – “Fermatevi! Pace!”. Papa Francesco dà voce alle tombe senza nome dei militari caduti per la patria e chiede ai fabbricanti di armi di cessare le loro attività. Un appello rinnovato dal cimitero militare francese di Roma dove il Pontefice ha celebrato la Santa Messa in occasione della Commemorazione di tutti i defunti.

Al suo arrivo nel cimitero, come aveva già fatto qualche anno fa nel cimitero di Nettuno, Francesco passa in rassegna le lapidi. Su diverse è assente il nome. Il Pontefice si ferma davanti a una targa che reca semplicemente scritto: “Inconnu. Mort pour la France. 1944”. Vi lascia una rosa bianca, poi si avvia all’altare per la celebrazione.

“Mi viene in mente uno scritto che si trova sulla porta di un piccolo cimitero, al nord: ‘Tu che passi, pensa ai tuoi passi, e dei tuoi passi pensa all’ultimo passo'”, dice il Papa nella breve omelia, pronunciata completamente a braccio. “La vita è un cammino, tutti noi siamo in cammino e tutti avremo un ultimo passo”, aggiunge. “L’importante – ammonisce – è che quell’ultimo passo ci trovi in cammino, non girando in passeggiata; nel cammino della vita e non in un labirinto senza fine. Essere in cammino perché l’ultimo passo ci trovi camminando”.

Il pensiero del Papa va poi alle tombe: sono oltre mille i giovani sepolti in questo angolo della Capitale. “Questa brava gente è morta in guerra, è morta perché è stata chiamata a difendere la patria, a difendere valori, a difendere ideali e, tante altre volte, a difendere situazioni politiche tristi e lamentabili”.

Bergoglio le definisce “vittime della guerra che mangia i figli della patria. E penso ad Anzio, a Redipuglia; penso al Piave nel ’14 – tanti sono rimasti lì –; penso alla spiaggia di Normandia: quarantamila, in quello sbarco! Ma non importa, cadevano…”. Ricorda l’iscrizione della tomba dove si era fermato in preghiera poco prima: “Inconnu. Mort pour la France. 1944”. “Neppure il nome. Nel cuore di Dio c’è il nome di tutti noi, ma questa è la tragedia della guerra. Sono sicuro che tutti questi che sono andati in buona volontà, chiamati dalla patria per difenderla, sono con il Signore”.

“Ma noi, che stiamo in cammino, lottiamo sufficientemente perché non ci siano le guerre? Perché non ci siano le economie dei Paesi fortificate dall’industria delle armi? Oggi la predica dovrebbe essere guardare le tombe: ‘Morto per la Francia’; alcune hanno il nome, poche altre no. Ma queste tombe sono un messaggio di pace: ‘Fermatevi, fratelli e sorelle, fermatevi! Fermatevi, fabbricatori di armi, fermatevi!’ Queste tombe parlano, gridano: ‘Pace!'”. conclude.

Fatto rientro in Vaticano, come da tradizione, il Papa si è fermato a pregare presso le tombe dei suoi predecessori, situate sotto la basilica di San Pietro.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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