L'intervento

Diabete nel Lazio: come migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie

6 novembre 2021 | 09:00
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Diabete nel Lazio: come migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie

L’impegno degli esperti è corale e condiviso: “Contro le disuguaglianze, che la pandemia ha evidenziato, si deve fare di più”

Proseguono i tavoli di confronto Regionali promossi da Motore Sanità insieme a Diabete Italia, per fotografare quella che è la situazione attuale del diabete nel nostro Paese.

Questa volta la Regione presa ad esame è stata il Lazio. Clinici (specialisti e medici di medicina generale), istituzioni, caregiver, farmacisti e pazienti sono intervenuti, portando ad esempio best practice e sottolineando le problematiche rilevate, con il comune intento di migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie.

“Ben vengano questi eventi di confronto tra le varie voci che riguardano la diabetologia,- ha commentato Concetta Suraci, Past President Diabete Italia, nel corso del webinar in questione, dal titolo ‘La pandemia diabete nel Lazio; modelli organizzativi e criticità gestionali’. A mio parere, fanno parte di tutto ciò che c’è stato di positivo – con la telemedicina e con la gestione e da remoto – che l’emergenza Covid ha sollecitato”.

Elisa Forte, residente AMD Lazio, ha sollevato un’altra questione, il fatto cioè che i Centri di diabetologia pediatrica siano stati notevolmente ridotti:.

“Sono rimasti solo 3 e tante sono le difficoltà che le famiglie di questi bambini devono affrontare, – ha spiegato -. Come Società scientifica, però, stiamo cercando di superare questa grande lacuna, promuovendo la formazione di pediatri a livello periferico – questo sta succedendo per l’Asl di Latina, l’Asl di Frosinone e l’Asl di Rieti, che sono le 3 Asl scoperte dalla diabetologia pediatrica – grazie alla collaborazione dei pediatri ospedalieri. Nella Regione Lazio abbiamo avuto un Piano Regionale che è stato anche precocemente adottato e molto ricco di tante sfaccettature utili alla soluzione delle problematiche del diabete. Costruito insieme alle Società scientifiche e alle Associazioni dei diabetici, è un bel Piano che, però, non si è potuto realizzare in tutti i suoi aspetti. Quello che è rimasto carente e applicato a macchia di leopardo nella nostra Regione, è stata la presa in carico da parte della medicina di base dei pazienti a bassa complessità. Perché i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) con la medicina di base sono stati ipotizzati, ma nella realizzazione trovano tante difficoltà. Altro problema grande è la carenza di risorse dedicate: non abbiamo disponibilità adeguata di infermieri, di dietisti, di podologi: figure che fanno della diabetologia una specialistica di eccellenza. I nostri infermieri vengono scelti, senza che abbiano una formazione specifica”.
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