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Scuola, Anief: “Stipendi dei docenti sprofondati sotto l’inflazione. E’ intollerabile”

Marcello Pacifico (Anief). "Una delle nostre battaglie, è quella di far retribuire come attività aggiuntiva tutte le ore di formazione obbligatoria del personale"

“Nella scuola c’è un’emergenza stipendi di cui si parla poco, se non tra la categoria dei docenti e Ata che negli ultimi vent’anni si sono visti erodere lo stipendio del 20%, mentre i redditi del lavoro privato sono cresciuti del 30%”. A dirlo è Marcello Pacifico, nel corso di un’intervista rilasciata alla rivista specializzata Orizzonte Scuola. Secondo il sindacalista autonomo la sproporzione tra privato e nel pubblico è intollerabile “un professionista può arrivare a guadagnare dieci volte rispetto a un insegnante, come il caso di alcuni ingegneri”. Per questo, servono “nel nuovo contratto risorse aggiuntive rispetto a quelle della legge di Bilancio perché bisogna ancorare il reddito minimo all’inflazione di tutti i dipendenti pubblici”. L’Anief ha calcolato che servono aumenti di 300 euro netti a dipendente. Anche per ridurre il gap rispetto agli altri paesi moderni: “in Lussemburgo il reddito medio di un insegnante è di 110mila euro, a fine carriera in Germania un docente prende 80mila euro, in Italia 45mila euro”.

A tre anni di distanza del rinnovo dell’ultimo contratto, la questione stipendi del personale scolastico sta diventando dominante tra i temi del sindacato. C’è un problema di blocco stipendiale, che ha prodotto un avanzamento dell’inflazione ormai a due cifre. Ma c’è anche il nodo mai sciolto della mancata valorizzazione del personale, che continua quasi sempre ad essere bloccato nello stesso ruolo dell’immissione in ruolo. E c’è pure il capitolo formazione, che viene imposta senza alcun compenso: “una delle nostre battaglie, – dice Marcello Pacifico, – è quella di far retribuire come attività aggiuntiva tutte le ore di formazione obbligatoria del personale e che attualmente si fa fuori dall’orario di servizio. Questo è contrario a ciò che dice l’Europa, con una sentenza della Corte di Giustizia sulla direttiva 88 del 2003 sull’orario di lavoro”.

L’incongruenza non risparmia nemmeno chi è stato appena assunto: “I neo immessi in ruolo sono obbligati a fare un corso di 50 ore che dovrebbe essere retribuito con 800 euro aggiuntivi”. E anche i docenti curricolari che devono aggiornarsi sul sostegno: “da quest’anno, ricorda il leader dell’Anief, – hanno degli alunni con disabilità in classe sono obbligati a fare un corso di 25 ore. Anche in questo caso si parla di 400 euro aggiuntive, cosa che non si fa perché sia nella legge sia nel decreto si parla di invarianza finanziaria e si parla di svolgere queste attività fuori dall’orario di servizio. Tutto questo va contro l’Europa, l’Anief lo ha dimostrato e va disapplicato dal giudice”.

Infine, c’è il problema dell’intollerabile ritardo di pagamento degli stipendi ai supplenti, brevi ed annuali: “Già lo stipendio dei precari – conclude Pacifico – è uno stipendio base, senza diritto agli scatti di anzianità. A questo si aggiunge che gli stipendi sono staccati dall’inflazione e non corrispondono all’aumento del costo della vita”
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