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Ostia, picchiata perché non indossa il burqa. La condanna della politica: “Basta fanatismo religioso”

"Episodi come quello di Ostia vanno immediatamente denunciati e le vittime devono sentirsi sicure dell'appoggio totale dello Stato"

Ostia – Era stata pestata dai familiari perché ha rifiutato di indossare il burqa (leggi qui). E per questo una 14enne, residente con la famiglia a Ostia, ha deciso di denunciare le continue aggressioni subite perché non ha voluto uniformarsi alla cultura islamica. Aggressioni che non coinvolgerebbero solo il fratello ma anche la mamma. E la politica, locale e nazionale, si è schierata in difesa della giovane, condannando quanto avvenuto sul litorale romano.

“La vergognosa aggressione subita ad Ostia da una adolescente originaria del Bangladesh ad opera della madre e del fratello perché rifiutava di indossare il burqa e di seguire con maggiore intensità i precetti dell’Islam, è inaccettabile e va condannata con fermezza“, il commento del senatore della Lega, William De Vecchis. “Episodi così drammatici sono intollerabili per una democrazia come la nostra che nella sua legge fondante, la Costituzione, prevede il rispetto delle diversità, delle differenti opinioni e della scelta religiosa. Ora spazio alla magistratura che farà luce sui contorni di una vicenda ancora poco chiara e, se verranno accertate, che i colpevoli paghino per le loro responsabilità; va detto però con chiarezza che il fanatismo religioso islamista è incompatibile con la nostra comunità nazionale, già segnata da angoscianti vicende passate tristemente alla cronaca”, aggiunge l’esponente del Carroccio.

“È purtroppo un tema attuale su cui non dobbiamo voltarci dall’altra parte. Anzi dobbiamo fare un serio lavoro di sensibilizzazione. Le leggi e la dignità umana vanno rispettati da chiunque. Pene severe per chi si macchia di tali atrocità e pugno di ferro per difendere la dignità di tante donne che hanno tutto il diritto di vivere in libertà, senza avere paura”, le parole dell’esponente di FdI X Municipio, Mariacristina Masi. Che aggiunge: “Per questo proporremo in tutte le sedi progetti che vadano a informare ed educare. Tutte le donne, soprattutto le giovani donne, che si trovano in situazioni del genere devono vedere le istituzioni come un alleato in grado di riportare giustizia e sicurezza nelle loro vite. Desta preoccupazione che l’aggressione sia avvenuta anche da parte di un giovane della famiglia, segno evidente della necessità di un intervento per indirizzare le giovani generazioni al rispetto dell’altro. Episodi come quello di Ostia vanno immediatamente denunciati e le vittime devono sentirsi sicure dell’appoggio totale dello Stato. Non dimentichiamo però che fenomeni del genere, anche meno eclatanti a cui assistiamo sempre più spesso, vanno arginati con tutti i mezzi culturali e formativi”.

Sulla vicenda interviene anche la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che in un post su social scrive: “Una vicenda indegna quella che vede coinvolta una ragazzina bengalese, picchiata ed umiliata dai familiari perché contraria ad indossare il burqa. E questo è solo uno dei tantissimi casi che, quotidianamente, riguarda giovani maltrattati dai genitori in virtù dei dettami fondamentalisti. È inaccettabile: nel nostro Paese non c’è spazio per chi non è in grado di rispettare la nostra cultura e civiltà. La mia solidarietà alla giovane, ora fortunatamente ospite di una struttura protetta”.

“Esprimo la solidarietà alla giovane che è stata visitata e medicata in ‘Codice Rosa’ al pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia. La priorità ora è quella di garantire la sicurezza e la serenità psico-fisica alla ragazza. Gli atti di violenza alle donne sono sempre odiosi e in questo caso ancora più grave è voler imporre con la forza precetti religiosi. Non ci può essere spazio per questa violenza e abbiamo garantito tutto il supporto del Servizio sanitario regionale verso questa adolescente che ha avuto il coraggio di denunciare e non può essere lasciata sola”, le parole dell’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

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