Il Fatto |
Interni
/

Covid, le Regioni: “Stretta solo per i no-vax” ma il Governo frena: “Non siamo l’Austria”

17 novembre 2021 | 10:56
Share0
Covid, le Regioni: “Stretta solo per i no-vax” ma il Governo frena: “Non siamo l’Austria”

Il nuovo aumento di positivi in tutta Italia spinge i Governatori a chiedere nuove restrizioni solo per chi non è vaccinato ma arriva l’alt di Palazzo Chigi: “I dati del contagio in Italia non sono paragonabili a quelli dell’Austria”

Roma – Lo spettro della zona gialla con nuove regole per le Regioni alle prese con la nuova ondata di contagi da coronavirus spinge i Governatori a chiedere al Governo una stretta. Riflettori accesi anche sul Green pass, anche se per ora i criteri per ottenere la certificazione verde non cambiano mentre sulla possibilità che il governo intervenga sulla durata del Green pass la “riflessione” è in corso, ha spiegato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

“Giovedì discuteremo in conferenza regioni eventuali misure restrittive: se un territorio dovesse passare di colore i vaccinati avranno maggiore libertà rispetto ai non vaccinati” ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, nel corso della conferenza stampa organizzata al termine dell’incontro con i Capigruppo di Senato e Camera sulle criticità del Servizio Sanitario Nazionale.

In campo il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, che sulla questione è netto: “Quello che deve essere chiaro a tutti è che chiederemo come Regioni che le misure restrittive legate alle fasce di colore, se devono valere per qualcuno, valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino e non per le persone che lo hanno correttamente fatto”. “Non vorrei riparlare di chiusure – ha precisato – ma se qualcuno deve essere convinto sono coloro che non si sono vaccinati, se le misure devono essere prese devono essere prese solo per i non vaccinati e non certo per chi ha fatto fino in fondo il suo dovere”.

Per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, “non va disperso lo straordinario risultato raggiunto, e anzi, va valorizzato l’atteggiamento degli oltre 8 milioni di lombardi che hanno con convinzione e senso di responsabilità aderito alla vaccinazione. Non possiamo pensare a restrizioni per questi cittadini che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune”.

“Chi si è vaccinato ha dato prova di fiducia nelle istituzioni e io credo che questa fiducia debba essere ripagata sempre, per questo se ci dovessero essere nuove restrizioni queste non potranno essere pagate da coloro che si sono vaccinati perché sarebbe un’ingiustizia” ha detto a chiare lettere il presidente del Piemonte, Alberto Cirio.

Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, si è detto favorevole all’introduzione di misure restrittive per chi ha scelto di non vaccinarsi: “Se chi non è vaccinato vuol partecipare alla vita di comunità deve immunizzarsi. Se non lo fa, approfitta di quello che hanno fatto altri. In questo caso credo sia giusto, come qualcuno ha proposto, assumere provvedimenti restrittivi nei confronti dei non vaccinati, per limitarne la mobilità negli spazi pubblici. Perché la circolazione dei non vaccinati favorisce fortemente il contagio. Già dobbiamo fare i conti, in Toscana, con circa 370mila bambini fino a dodici anni che, in questo caso per legge, non possono vaccinarsi. Per tutti gli altri, quelli che non si vaccinano per scelta, dovranno essere studiate misure che ne limitino la circolazione”.

“Concordo con il presidente Fedriga e con il presidente Toti, se si dovessero rendere necessarie nuove restrizioni – il vero gradone è, a mio avviso, rappresentato dalla cosiddetta zona arancione – queste dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati” la posizione espressa da Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. “La stragrande maggioranza degli italiani ha dato fiducia alla scienza e con senso di responsabilità nei confronti della comunità si è sottoposta al vaccino. Non sarebbe giusto far pagare a questa maggioranza la scelta incomprensibile di una minoranza” ha sottolineato Occhiuto.

Ma, per il momento, Palazzo Chigi frena. “Ad oggi non sono necessarie ulteriori restrizioni: è sufficiente far rispettare le regole esistenti. Tuttavia se la situazione della diffusione del virus in alcune regioni dovesse aggravarsi, fino ad arrivare alla zona arancione, è evidente che il prezzo delle eventuali chiusure non lo possano e non lo debbano pagare i vaccinati”, scrive sui social il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia.

“Non è allo studio nessuna stretta sul modello austriaco”, spiegano fonti di Palazzo Chigi, sottolineando che i dati del contagio in Italia non sono paragonabili a quelli dell’Austria, che la situazione nelle terapie intensive ad oggi è sotto controllo e che continua il monitoraggio dei dati, con una valutazione prevista a dicembre, ma non si vuole fare alcun tipo di allarmismo. Condivide Matteo Salvini, che prende le distanze dai presidenti di Regione, anche da quelli leghisti: “Basta terrorizzare gli italiani. Stiamo lavorando per non chiudere, non proibire, niente a nessuno”. La ministra Mariastella Gelmini ribadisce che le decisioni assunte “consentono al nostro paese di restare aperto. Abbiamo l’84% di cittadini vaccinati con due dosi, il governo monitora con grande attenzione l’andamento dei contagi, sollecita la terza dose, ha varato indicazioni sui mezzi di trasporto, per il momento ci fermiamo qui”. E anche la validità del green pass, aggiunge, “al momento resta di 12 mesi. Valuteremo poi in base all’andamento dei contagi”.

Il punto sarà fatto all’inizio di dicembre, con in mano i dati aggiornati su curva dei contagi, tasso di occupazione di terapie intensive e posti letto ordinari e vaccini: ad oggi hanno completato il ciclo 45, 5 milioni di italiani (il 76,8% della popolazione), mentre la terza dose è stata inoculata a 3,2 milioni. Chiaro che si dovrà spingere sulla terza dose. Ed ecco che, dopo il coinvolgimento della fascia 40-59 anni a partire dall’1 dicembre, ci potrebbe in seguito essere un ulteriore abbassamento dell’età: “è evidente che poi la terza dose sarà per tutti”, rileva la Gelmini. “Negli ultimi giorni abbiamo fatto circa 130 mila richiami al giorno – sottolinea il ministro della Salute, Roberto Speranza – dobbiamo insistere”.

(Il Faro online)