Derby, Ultras della Lazio prendono a bastonate gli agenti: i video ne incastrano altri due

18 novembre 2021 | 10:28
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Derby, Ultras della Lazio prendono a bastonate gli agenti: i video ne incastrano altri due

Uno, il leader della Curva Nord della Lazio, è finito ai domiciliari per le gravi violenze perpetrate, per l’altro è stato disposto l’obbligo di firma

Roma – Nel pomeriggio di ieri, il personale della Digos della Questura di Roma, ha dato esecuzione alla “Ordinanza applicativa di misure cautelari personali”, con la quale il Tribunale di Roma, Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, ha disposto l’arresto ai domiciliari e l’obbligo di presentazione alla PG nei confronti di due noti appartenenti alla tifoseria ultras laziale.

La misura cautelare è stata disposta a seguito delle gravi violenze perpetrate, a piazza di Ponte Milvio, a margine del derby capitolino dello scorso 15 maggio allorquando un nutrito gruppo di tifosi laziali, nonostante la partita si disputasse a porte chiuse e non vi fossero tifosi romanisti nell’area dello stadio Olimpico, ha aggredito le Forze di Polizia con bastoni e con lancio di oggetti contundenti.

La continua ed incessante attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dalla Digos della Questura di Roma, attraverso l’analisi dei filmati, ha permesso di acquisire a carico dei due ultras colpiti dal provvedimento cautelare e di altri 3 tifosi, gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di “radunata sediziosa”, “interruzione di pubblico servizio aggravato dalla violenza e minaccia”, “violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravata” e “concorso in lesioni personali aggravate”.

A finire agli arresti domiciliari, per le gravi violenze perpetrate, è il leader della Curva Nord della Lazio, già sottoposto alla misura del Daspo e con numerosi precedenti per analoghi fatti, mentre per un altro esponente di spicco della tifoseria oltranzista biancoceleste è stato disposto l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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