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Draghi e Macron firmano il Trattato del Quirinale: cos’è, temi e priorità

26 novembre 2021 | 10:43
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Frecce Tricolori nei cieli di Roma a suggellare la firma del Trattato del Quirinale: come cambiano i rapporti tra Francia e Italia

Roma – Il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron hanno siglato il “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata” al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’intesa è stata salutata dall’applauso delle delegazioni governative dei due Paesi. Dopo la firma del “Trattato” c’è stata una lunga stretta tra Mattarella, Macron e Draghi, immortalata dai fotografi e dalle telecamere presenti.

“Alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è svolta questa mattina al Quirinale, la firma del ‘Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata’ da parte del Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron e del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi. Alla cerimonia erano presenti componenti del Governo italiano e francese e altre autorità dei due Paesi”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa del Quirinale.

Frecce Tricolori e Patrouille de France, con i rispettivi colori di Italia e Francia, hanno sorvolato il cielo di Roma per celebrare la firma. Subito dopo, il Presidente francese e il Premier italiano, insieme al Capo dello Stato, hanno ascoltato gli inni di Francia e Italia. A seguire, Draghi e Macron rilasceranno dichiarazioni congiunte alla stampa a Villa Madama

COS’E’ IL TRATTATO

Dialogo tra le amministrazioni, consultazioni periodiche e individuazione di un’agenda comune con grandi temi e priorità condivisi per rafforzare il rapporto bilaterale tra Roma e Parigi. E’ questo, rende noto Palazzo Chigi, lo scopo del Trattato del Quirinale, frutto di un lungo e complesso impegno negoziale, proseguito per tutto il 2021.

La cooperazione tra Italia e Francia è posta nel quadro di riferimento europeo, più volte ricordato nel testo a partire dal preambolo, nell’ottica di un rafforzamento dell’Ue e della sua capacità di azione internazionale, nonché per la promozione congiunta di priorità comuni ai due Paesi.

Tra i temi condivisi ci sono il rafforzamento dell’Unione Europea, l’impegno comune nel Mediterraneo e in Africa, le transizioni digitale e ambientale, la sicurezza, la cultura e l’istruzione, la cooperazione economica e industriale, la cooperazione in ambito spaziale, i rapporti tra le rispettive società civili e la cooperazione transfrontaliera.

“TENSIONI ALLE SPALLE, BASE ROBUSTA”

La base del Trattato del Quirinale “è solida, robusta, ora Italia e Francia devono dare prova della volontà politica di dargli sostanza e applicarlo”. Nel giorno della firma del documento in 12 capitoli più una ‘feuille de route’, una roadmap con un elenco di iniziative operative, fonti diplomatiche rivendicano con l’Adnkronos il lavoro fatto in questi mesi per mettere a punto il Trattato bilaterale di cooperazione rafforzata che inquadrerà i futuri rapporti tra Roma e Parigi.

L’obiettivo, tra gli altri, è creare meccanismi di dialogo per evitare o contenere sul nascere possibili incomprensioni o fraintendimenti, memori delle tensioni del recente passato, sfociate nella crisi diplomatica del 2018. “Ma questo è tutto alle nostre spalle e ora abbiamo una relazione di una qualità eccezionale che si traduce in una grande prossimità tra Emmanuel Macron e Mario Draghi, che definirei di fiducia e di rispetto reciproco”, ha detto una fonte dell’Eliseo annunciando la visita a Roma del presidente francese. E parlando di “un allineamento dei pianeti” tra i due Paesi.

Il negoziato, che in effetti è entrato nel vivo solo quest’anno, dopo il rallentamento dovuto prima alle tensioni tra i due Paesi poi alla pandemia, “si è incagliato” nei mesi scorsi su alcuni punti, raccontano fonti informate, ma, data la volontà politica di procedere, si è riusciti a trovare “formule adeguate accettabili da entrambi”.

Così per esempio sull’impegno politico di Roma e Parigi di sostenersi a vicenda per entrare nei formati dai quali uno dei due Paesi è escluso, o sul tema della sovranità europea, con l’aggiunta del termine “democratica” per dare una connotazione “meno gollista” alla dicitura. E molto si è lavorato per sottolineare come per entrambi i Paesi siano egualmente prioritari il Sahel ed il Mediterraneo.

Le fonti ammettono che il testo è invece “debole sulla parte industriale, in fondo Italia e Francia sono “competitor e i rispettivi interessi nazionali divergenti”. Meglio la parte sulla necessità di mettere insieme le risorse europee per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, per esempio.

In ogni caso, ha tenuto a sottolineare l’Eliseo, in un riferimento a quanto apparso nei giorni scorsi sulla nostra stampa, “è assolutamente falso che il trattato miri a rafforzare l’atteggiamento predatorio della Francia sull’economia italiana”. Piuttosto sono stati elencati “successi di complementarietà”, rappresentati dagli esempi Stellantis e Stmicroelectronics. “Quello che noi vogliamo creare non sono timori, ma una cooperazione veramente reciprocamente vantaggiosa”, assicurano le fonti francesi. Un’assicurazione che arriva mentre è sul tavolo il dossier caldo Tim-Vivendi, dopo l’offerta del fondo americano Kkr, che potrebbe essere affrontato nei colloqui romani di Macron.

“Quanto al paragone con il Trattato dell’Eliseo fra Francia e Germania del 1963 e a quello aggiornato di Aquisgrana del 2019, da parte di Roma e Parigi si sottolineano volutamente le differenze. “E’ inutile inseguire la storia”, dice una fonte italiana, riferendosi all’accordo franco-tedesco, sollecitando piuttosto “a mettere in cantiere” un Trattato anche tra Roma e Berlino. Che, come sottolineato dal presidente dell’Ispi Giampiero Massolo completerebbe quel triangolo Italia-Francia-Germania su cui costruire un’Unione Europea “più forte”. Il Trattato dell’Eliseo era “un trattato per la riconciliazione, noi non dobbiamo riconciliarci con l’Italia, che è un vicino, un partner, con cui abbiamo un’eredità comune”, osserva dal canto suo una fonte della presidenza francese, chiarendo tra l’altro che “noi non abbiamo giocato con il triangolo della gelosia nelle relazioni della Francia con i suoi partner”.

La firma di domani del Trattato, “una prima assoluta per l’Italia, che ritrovato ambizione e iniziativa in Europa”, commentano ancora dall’Eliseo, può anche essere letta come “una vittoria sui nazionalisti italiani che hanno una visione risorgimentale del rapporto con la Francia”, commenta Jean Pierre Darnis, professore di relazioni franco-italiane all’Università Cote d’Azur di Nizza e di storia contemporanea alla Luiss. “Viste le premesse – dice in un riferimento ai ‘freni’ messi nel corso del lavoro sul testo da vari ambienti ‘anti-francesi’ – si poteva temere che fosse un documento solo simbolico. E invece è un testo ambizioso, definisce una road map su diverse politiche settoriali francesi e italiane”.

E’ un trattato “storico”, fa eco Sandro Gozi, europarlamentare di Renew Europe, che viene firmato in una fase nella quale “mai gli interessi dei due Paesi sono stati così convergenti”. E che farà la differenza nei rapporti tra Roma e Parigi, ma anche in Europa. Lanciato in occasione del vertice bilaterale del settembre del 2017, mentre i dossier libico ed Stx-Fincantieri agitavano i rapporti tra i due Paesi, il Trattato mira a rafforzare la cooperazione nel settore della politica estera, degli affari europei, della difesa e sicurezza, prevede la creazione di un Consiglio franco-italiano della gioventù, un forum ministeriale economico, un comitato di cooperazione transfrontaliera oltre a programmi di mobilità per gli artisti e il servizio civico franco-italiano già annunciato durante la visita di Stato di Mattarella a Parigi a luglio. (fonte Adnkronos, foto Ufficio Stampa Quirinale)