Il Fatto

Ostia, mareggiata “inghiotte” parte del Kursaal e dello stabilimento dell’Esercito

30 novembre 2021 | 18:19
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Ostia, mareggiata “inghiotte” parte del Kursaal e dello stabilimento dell’Esercito

Distrutte decine di cabine in muratura e in legno. Saltati anche gli impianti idraulici e fognari

Ostia – E’ stato un inizio di settimana da incubo per alcuni stabilimenti balneari di Ostia dove, nel weekend appena trascorso, una violenta mareggiata ha inghiottito parte del litorale di Levante, già pesantemente logorato dall’erosione costiera (leggi qui).

A farne le spese sono stati soprattutto lo stabilimento dell’Esercito – attualmente interdetto da un’ordinanza della Guardia Costiera perché ritenuto a rischio crollo (leggi qui) – e il Kursaal. Per quest’ultimo, il bilancio è particolarmente drammatico: 12 le cabine in muratura distrutte dal mare e 6 quelle danneggiate, più diverse altre in legno. Senza considerare gli impianti idraulici e le fognature, tutti completamente saltati.

Un altro brutto colpo per i balneari di Ostia, già sul piede di guerra per la recente sentenza del Consiglio di Stato sulla proroga delle concessioni (leggi qui). E che ora tornano a chiedere a gran voce degli interventiefficaci, che possano davvero mettere un freno al fenomeno erosivo.

Quelli annunciati dalla Regione Lazio (leggi qui) – e i cui lavori sono partiti qualche settimana fa alla presenza dell’assessore Alessandri (leggi qui) – hanno infatti scatenato le proteste di Federbalneari, di Anab Lazio e di molte altre associazioni del litorale, che li considerano non solo inutili, ma anche potenzialmente dannosi (leggi qui).

“Siamo molto preoccupati per gli effetti negativi che quest’opera può generare sull’ambiente emerso e sommerso circostante – spiegavano, annunciando di aver diffidato la Regione a procedere -, ovvero processi di erosione della costa nelle zone limitrofe, formazione di correnti di ritorno, aderenti al pennello e/o tra un pennello e l’altro, che sono molto pericolose per i bagnanti, che così rischiano di annegare. E si rischiano anche conseguenze negative legate ad habitat naturali, al mantenimento delle biodiversità marine e dunali sui tratti di spiaggia della tenuta presidenziale e in quelle di Castel Porziano e Capocotta”.

Una posizione condivisa anche dalla tecnologa Ilaria Falconi, consigliera nazionale di Sigea (leggi qui): “Si tratta di una soluzione palliativa e inefficace, già adottata frequentemente in passato (leggi qui), che, oltre a essere costosa economicamente, non solo non risolve il problema ma può, di fatto, innescare altri processi di erosione”, aveva raccontato a ilfaroonline.it.

La speranza dei balneari, ora, è che si inizi finalmente a valutare un’alternativa che possa restituire alla spiaggia di Ostia il suo antico splendore.

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