Roma, pugni e minacce: 2 donne vittime di compagni violenti in preda alla gelosia

8 dicembre 2021 | 14:07
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Roma, pugni e minacce: 2 donne vittime di compagni violenti in preda alla gelosia

I carabinieri sono intervenuti in entrambi gli episodi che hanno visto protagonisti un 26enne e un 51enne

Roma – Nella notte appena trascorsa, i Carabinieri del Gruppo di Roma, in due distinte attività, sono intervenuti in due episodi di uomini violenti, un cittadino algerino di 26 anni e un 51enne romano che, per motivi di gelosia hanno aggredito le rispettive compagne.

Nel primo caso, nei pressi di un bar in zona Portuense, il 26enne algerino dopo una discussione avuta con la sua fidanzata, una cittadina moldava 28enne, che non voleva mostrarle il suo smartphone, l’uomo, per gelosia ha iniziato a colpirla con schiaffi e pugni, e si è impossessato del telefono cellulare della donna. I militari giunti sul posto hanno allertato il personale sanitario che ha provveduto ad accompagnare la 28enne presso l’ospedale Santo Spirito. Poco più tardi, i Carabinieri della Stazione Roma San Pietro, hanno bloccato il 26enne violento presso il pronto soccorso dell’ospedale, dove a suo dire si era recato per restituire lo smartphone alla fidanzata. La donna, che ha riportato un trauma del labbro inferiore e una frattura parziale di due denti, è stata dimessa con una prognosi di 10 giorni. L’uomo violento è stato denunciato a piede libero per il reato di rapina.

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Casilina, invece, su segnalazione del 112, sono intervenuti in un appartamento in via delle Resede, dove un 51enne romano, in fase di separazione dalla moglie, sua coetanea, dopo aver riconsegnato il cane fuori l’uscio di casa della donna, ha notato la presenza di un uomo all’interno dell’abitazione.

L’ex compagno della 51enne, ha avuto una reazione di gelosia ed è andato in escandescenze. Entrato all’interno dell’appartamento ha impugnato un coltello da cucina ed ha minacciato la sua ex, cercando anche di avventarsi contro di lei, ma è stato bloccato prima dal suo amico lì presente e poi dai militari giunti sul posto.

L’uomo è stato arrestato e accompagnato in caserma e successivamente in carcere, in attesa della convalida.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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