Omicidio Pozzi a Ponza, i familiari: “Vogliamo la verità… qualunque essa sia”

Ponza – “Vogliamo la verità… qualunque essa sia”. I familiari di Gianmarco Pozzi il 28enne originario di Frascati campione di kick boxing morto a Ponza il 9 agosto del 2020 vogliono sapere cosa è successo al loro ragazzo che aveva raggiunto l’isola per fare il butta fuori in un locale.

Si stanno adoperando in ogni modo per arrivare ad avere risposte e oggi la loro speranza è riposta nel nuovo Sostituto procuratore della Repubblica di Cassino incaricato del caso, Flavio Ricci. “Sappiamo che sta facendo tanto – ha detto l’avvocato della famiglia, Fabrizio Gallo – e ha annunciato che entro dicembre ci saranno novità”.

Novità che i familiari non confidavano più di avere. “Fino ad ora non abbiamo avuto una sola risposta su quello che è accaduto a Gianmarco”. Ma ripongono grande fiducia nel Sostituto procuratore Ricci e, mentre aspettano di ricevere risposte, vanno avanti con il loro impegno di mantenere alta l’attenzione sulla vicenda  con l’unico scopo di conoscere “la verità”.

Diverse le partecipazioni televisive nelle quali chiedono solo di sapere cosa è successo a Gianmarco. E “Le Iene” che già in passato avevano dimostrato interesse per il caso, torneranno a parlare della morte del 28enne di Frascati nella puntata del 28 dicembre.

Resta alta l’attenzione, non solo della famiglia, ma anche di conoscenti e amici che sono arrivati a creare un profilo facebook “Giustizia per Gianmarco Pozzi Jimmy per sempre…”, su una storia che ha troppi lati oscuri.

E la famiglia, “una famiglia molto unita” ha detto in più occasioni Martina, la sorella di Gianmarco, va avanti nella sua battaglia convita che “arriveremo alla verità”. Il papà del campione di kick boxing, Paolo, straziato dal dolore, è arrivato al punto di recapitare a mano una lettere al Papa “in cerca di un po’ di pace”.

Il dolore della perdita al quale si somma quello di non sapere cosa è realmente accaduto. D’altro canto sono troppi i dubbi, gli interrogativi che non trovano risposta e che la famiglia continua a formulare da più parti: “Come mai non fu fatta autopsia? Come è possibile che il nostro ragazzo si sia impazzito e  si sia lanciato in una intercapedine larga 80 centimetri e alta 2 metri e 70?”

Unico punto fermo al momento è la decisione dell’originario Sostituto procuratore incaricato, Beatrice Siravo, dell’apertura di un fascicolo per omicidio in merito alla morte del 28enne di Frascati (leggi qui), ma sui fatti realmente accaduti, per il momento, restano solo una serie di pesanti domande che non hanno ancora trovato risposte.

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