Vaticano, ecco il nuovo rito liturgico per istituire i catechisti

13 dicembre 2021 | 19:31
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Vaticano, ecco il nuovo rito liturgico per istituire i catechisti

Il Rito di istituzione dei catechisti, pubblicata dalla Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, sarà in vigore dal 1° gennaio 2022

Città del Vaticano – “Un’ulteriore opportunità di riflessione sulla teologia dei ministeri per giungere ad una visione organica delle distinte realtà ministeriali”. È il Rito di istituzione dei catechisti, la cui Editio typica – ora parte del Pontificale Romanum – è stata pubblicata oggi dalla Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti. Il Vaticano rende noto il testo del rituale che sarà in vigore dal 1° gennaio 2022.

Recentemente Papa Francesco è intervenuto con due lettere apostoliche in forma di «Motu Proprio» sul tema dei ministeri istituiti. La prima, “Spiritus Domini”, del 10 gennaio 2021, ha modificato il can. 230 õ1 del Codice di Diritto Canonico circa l’accesso delle persone di sesso femminile al ministero istituito del Lettorato e dell’Accolitato (leggi qui). La seconda, “Antiquum ministerium”, del 10 maggio 2021, ha istituito il ministero di Catechista (leggi qui).

Alle Conferenze episcopali, spiega il Dicastero pontificio in una apposita lettera, spetta “il compito di chiarire il profilo e il ruolo dei catechisti, di offrire loro percorsi formativi adeguati, di formare le comunità perché ne comprendano il servizio”. “La presente lettera che accompagna la pubblicazione dell’Editio typica del Rito di istituzione dei Catechisti – si legge nel testo – vuole offrire un contributo alla riflessione delle Conferenze episcopali, proponendo alcune note sul ministero di catechista, sui requisiti necessari, sulla celebrazione del rito di istituzione”.

Il Rito potrà svolgersi durante una Messa o una celebrazione della Parola di Dio (nella Editio vengono indicate anche le letture dell’Antico e Nuovo Testamento) e seguirà un preciso schema: esortazione, invito alla preghiera, testo di benedizione e consegna del crocifisso. Viene chiarita la natura di questo ministero, quale “servizio stabile reso alla Chiesa locale” e soprattutto “ministero laicale che ha per fondamento la comune condizione di battezzato”, quindi «essenzialmente distinto” dal ministero ordinato. ”

In virtù del Battesimo, “i catechisti sono chiamati ad essere “corresponsabili nella Chiesa locale per l’annuncio e la trasmissione della fede, svolgendo tale ruolo in collaborazione con i ministri ordinati e sotto la loro guida”, si legge nella lettera. Per evitare fraintendimenti, il prefetto del Culto Divino, l’arcivescovo Arthur Roche, spiega che il termine “catechista” indica realtà differenti tra loro in relazione al contesto ecclesiale; i catechisti in territori di missione si differenziano pertanto da quelli in Chiese di antica tradizione. Nella grande varietà di forme, si possono comunque distinguere due tipologie principali: i catechisti con il compito specifico della catechesi, altri che partecipano alle diverse forme di apostolato, come la guida della preghiera comunitaria; l’assistenza ai malati; le celebrazioni delle esequie; la formazione di altri catechisti; il coordinamento delle iniziative pastorali; l’aiuto ai poveri.

La lettera del prefetto Roche precisa che, avendo questo ministero “una forte valenza vocazionale che richiede il dovuto discernimento da parte del vescovo”, non tutti coloro che vengono chiamati “catechisti” o che svolgono un servizio di collaborazione pastorale devono essere istituiti. In particolare, non dovrebbero essere istituiti: i candidati al diaconato e al presbiterato; i religiosi e le religiose, indipendentemente dalla loro appartenenza ad Istituti che hanno come carisma la catechesi; insegnanti di religione nelle scuole e coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente agli appartenenti di un movimento ecclesiale, ai quali tale funzione “preziosa” viene affidata dai responsabili dei movimenti e non dal vescovo.

Per quanto riguarda coloro che accompagnano l’iniziazione di ragazzi e adulti, anch’essi non devono necessariamente essere istituiti nel ministero specifico, ma dovrebbero ricevere all’inizio di ogni anno catechistico «un pubblico mandato ecclesiale con il quale viene loro affidata tale indispensabile funzione». Ciò non toglie che alcuni di costoro, possano essere istituiti come ministri per il Lettorato o le Catechesi, in base anche a capacità ed esigenze pastorali.

Quanto ai requisiti viene infine affermato che possono essere ammessi tra i candidati al ministero di catechisti uomini e donne “di profonda fede e maturità umana”, “capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna”, con “la dovuta formazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica”, che abbiano ricevuto i Sacramenti dell’iniziazione cristiana. Al proprio vescovo ogni candidato deve prima presentare una petizione “liberamente scritta e firmata”.

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