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Stano e l’oro olimpico nella marcia: “L’eredità è parlare ai giovani della mia esperienza”

15 dicembre 2021 | 10:00
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Stano e l’oro olimpico nella marcia: “L’eredità è parlare ai giovani della mia esperienza”

Il vincitore della 20 km a Tokyo sogna Parigi 2024, proseguendo gli allenamenti con il Parce Team

Ostia – 20 km di marcia, 20 km di sogni, 20 km di sacrifici. E sin dagli anni dell’infanzia. Cominciano sempre da lì i desideri dei futuri campioni olimpici. Praticare un certo sport e vincere i Giochi. E’ accaduto anche a Massimo Stano e la favola ha avuto il suo epilogo a Tokyo. L’atleta di una orgogliosa Polizia dello Stato (Fiamme Oro) ha conquistato un oro leggendario che pesa. Di sogni, di sacrifici, di allenamenti, di sudore. Di tante cose. E ne ha parlato l’azzurro a Il Faro online. Si allena al Centro Sportivo della Guardia di Finanza, insieme all’altra campionessa dell’estate dei Giochi, Antonella Palmisano, lei atleta delle Fiamme Gialle. I 20 km hanno trovato i ‘loro Re’ nel mondo dell’atletica ed entrambi pugliesi e con i colori azzurri addosso. Un orgoglio per il mondo dello sport italiano in un 2021 che per sempre sarà ricordato negli annali, come il più vincente della storia.

Gli allenamenti a Ostia e l’amicizia con Antonella Palmisano. Una squadra invincibile

Campionati Europei di Atletica Leggera (foto@lapresse)

Stano vive a Ostia e ha costruito i suoi successi a un passo dal mare. Strade, pineta e pista delle Fiamme Gialle. Il metodo di allenamento, che poi si è rivelato vincente e con consapevolezza e convinzione anche prima del successo a Tokyo, come Massimo dichiara, è stato quello di un acclamato Patrizio Parcesepe. Il coach gialloverde ha preso per mano, tacco e punta anche, i due talenti azzurri e li ha portati ad esprimere il loro meglio, il loro talento, il loro valore. Stano lo ha fatto nella gara maschile, la Palmisano lo ha fatto in quella femminile. Re e Regina. E il Re della 20 km di marcia, che si sente sempre lo stesso, lo stesso di prima di conquistare il successo storico in Giappone, non dimenticherà mai quel momento. All’arrivo sul traguardo ha ricordato quei giorni passati di sudore e allenamenti. Li ha messi tutti lì, nei passi finali della gara e nei passi più pressanti per realizzare il suo sogno di bambino.

L’ammirazione per Ivano Brugnetti e l’essere esempio per i giovani: “Non bisogna mai mollare..”

Massimo Stano insieme al Direttore Tecnico atletica Fiamme Oro Sergio Baldo

E’ un marciatore importante Massimo che ha sempre voluto seguire le orme dell’oro di Atene nella 50 km di marcia Ivano Brugnetti, dal quale ha ricevuto complimenti e sorrisi. Uno degli atleti più importanti della Nazionale italiana di atletica. Il suo oro, fatto di materiale riciclato ma costituito di un valore morale che va al di là di qualsiasi immaginazione e misura, lo ha messo al collo in una mattina in Italia e in un pomeriggio caldo in Giappone. Un’esplosione di gioia di tutto il movimento azzurro. Lui ha aperto le danze vittoriose e poi la Palmisano le ha concluse. Compagni di squadra che si ispirano e si consigliano a vicenda. Lo racconta Massimo a quasi 4 mesi da quel successo. E premiato anche lo scorso 7 dicembre dalla Fidal all’Atletica Italiana Awards, come al Coni dalle Fiamme Gialle, compagno di viaggio della Palmisano. E’ stata una estate indimenticabile per il recordman nazionale della 20 km del tacco e punta.

Il suo desiderio ora è proseguire a costruire successi e di essere modello di tanti giovani. Poter raccontare un successo per tanto tempo e consigliare ai ragazzi come praticare lo sport e crescere in esso. Lui lo ha fatto e lo fa ancora, con impegno. La quotidianità della vita può essere paragonata allo sport e alla marcia. Tacco e punta, concentrato e allenato a non sbagliare il passo per non essere squalificato. Rispettare se stessi e i valori in cui si crede. Stano è un ragazzo umile e si aspetta adesso solo di vivere lo sport della vita e collezionare altre medaglie. Quella olimpica ha sovrastato tutte le altre conquistate prima. Ha vinto un bronzo al Mondiale a squadre nel 2018 e agli Europei di Berlino si piazza quarto ai piedi del podio, oltre a un argento agli Europei Under 23 a Tampere. Poi ecco l’oro olimpico della straordinarietà del sogno più bello. Da impazzire la sua gioia sul traguardo, da ricordare la sua esultanza, come il suo bacio alla sua ‘Fragolina Sophie’.

Massimo Stano premiato al Coni dalla vicepresidente del Coni Silvia Salis e dal Comandante del Centro Sportivo della Guardia di Finanza Flavio Aniello

Lo dice ai lettori de Il Faro online. Quello probabilmente, oltre alla conquista dell’oro, oltre al canto dell’inno sul podio e oltre tutte le feste e cerimonie che l’hanno premiato e acclamato, è stato il momento più bello vissuto una volta tornato in Italia: “Le ho detto ‘grazie’.. per l’energia che mi dato”. Ha confessato nella sua intervista.

Stano campione, ragazzo, marito e padre umile. Stano leggenda della marcia della 20 km. Stano esempio dei giovani.

Caro Massimo, sono passati quasi 4 mesi dalla vittoria alle Olimpiadi. Qual è oggi l’eredità che porti con te?

“L’eredità più bella è quella di poter comunicare ai ragazzi le mie emozioni e la mia esperienza”.

Puoi rivivere con la mente un momento della gara oppure il momento del taglio del traguardo a Tokyo? Cosa ricordi?

“A pochi metri dal traguardo è come se avessi rivissuto mentalmente tutto ciò che ho fatto per arrivare a questo punto, partendo proprio da quando ero un bambino di 10 anni che sognava le Olimpiadi”.

20 km sono tanti. Come organizzi strategicamente la tua gara?

“La strategia di gara non viene programmata prima, perché non sappiamo le mosse degli avversari, quindi l’esperienza ci porta a saper leggere determinate dinamiche durante le varie gare”.

Hai ricevuto premi e complimenti da molte persone. La tua città in Puglia, ti ha celebrato con un murales. Puoi raccontare le tue emozioni? E chi dello sport ti ha detto qualcosa che ti è rimasto nel cuore?

Stano sul podio dei Mondiali. Con Giorgio Rubino e Francesco Fortunato (argento a squadre)(foto@Colombo/Fidal)

“Certo che iniziare a legare con il tuo idolo è qualcosa di meraviglioso, il mio idolo è Ivano Brugnetti! A Palo del Colle mi hanno celebrato in una maniera incredibile, con tante sorprese, fino a dedicarmi un murales, che mi ha lasciato senza fiato! Spero sia di stimolo per i giovani che passando di lì, butteranno un occhio a quel loro concittadino”.

Pensi che possa arrivare un messaggio ai giovani, grazie alla tua dedizione e conquista, per migliorarsi nella vita come nello sport?

“L’obiettivo è proprio quello, farò di tutto per essere loro da stimolo, e per fargli capire che anche se parti da zero, credendoci e con il duro lavoro si può fare!”.

Chi era Massimo prima dei Giochi (a livello sportivo e umano)? E chi è oggi? Pensi di essere cambiato o migliorato? Cosa hai capito di te?

“Massimo di prima e Massimo di adesso è esattamente la stessa persona , che ha un palmares aggiornato e qualche responsabilità in più”.

Come hai costruito l’oro di Tokyo? Puoi raccontare alcuni aneddoti dei tuoi allenamenti con il Parce Team a Ostia? Tu e Antonella Palmisano siete amici e vi allenate insieme. C’è o c’è stato uno scambio di consigli o di esperienze tra voi? Esiste una competizione trasversale in casa?

“Il gruppo di allenamento è fondamentale e per me Antonella è stata di grande aiuto, proprio per le sue esperienze in campo internazionale. Nei momenti bui ci aiutiamo a vicenda, che è quel che conta davvero. Il metodo di allenamento di Patrick, si è rilevato (ma io ne ero sicuro già prima) essere uno dei migliori al mondo”.

Quali sono i tuoi prossimi impegni sportivi? Quali sono i sogni futuri?

“Il nuovo sogno nel cassetto è certamente Parigi 2024, alle porte abbiamo Mondiali a luglio ed Europei ad agosto”.

Dove conservi la medaglia? Cosa hai detto a tua figlia appena tornato da Tokyo? (le hai dedicato la vittoria)

“La tengo al sicuro, diciamo così! Non per una questione di valore economico perché è praticamente tutto materiale riciclato, ma per il valore affettivo. Alla mia Fragolina le ho detto ‘grazie’, perché lei è stata la forza aggiuntiva di cui avevo bisogno per vincere”.

(foto@Colombo/Fidal)

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