Urbi et Orbi di Natale, Francesco: “Niente scorciatoie: solo il dialogo porta alla fine delle guerre”

25 dicembre 2021 | 12:55
Share0
Urbi et Orbi di Natale, Francesco: “Niente scorciatoie: solo il dialogo porta alla fine delle guerre”
Urbi et Orbi di Natale, Francesco: “Niente scorciatoie: solo il dialogo porta alla fine delle guerre”
Urbi et Orbi di Natale, Francesco: “Niente scorciatoie: solo il dialogo porta alla fine delle guerre”
Urbi et Orbi di Natale, Francesco: “Niente scorciatoie: solo il dialogo porta alla fine delle guerre”
Urbi et Orbi di Natale, Francesco: “Niente scorciatoie: solo il dialogo porta alla fine delle guerre”

La pioggia non ferma i fedeli che in migliaia, tutti con la mascherina, sono tornati in piazza San Pietro per la tradizionale benedizione di Natale. Il Papa: “Le guerre sembrano non finire mai e quasi non ce ne accorgiamo più. Ci siamo abituati a tal punto che immense tragedie passano ormai sotto silenzio; rischiamo di non sentire il grido di dolore e di disperazione di tanti nostri fratelli e sorelle”

Città del Vaticano – Nascendo “Dio ci ha mostrato la via dell’incontro e del dialogo”. “Che cosa sarebbe il mondo senza il dialogo paziente di tante persone generose che hanno tenuto unite famiglie e comunità?”. Dopo due anni, Papa Francesco torna ad affacciarsi su piazza San Pietro per il messaggio natalizio e la benedizione Urbi et Orbi. Migliaia di fedeli, incurati della pioggia e del vento che sferzano il centro di Roma, tutti con indosso la mascherina che copre naso e bocca, si sono radunati nel grande abbraccio del colonnato del Bernini per pregare con il Pontefice che torna a lanciare un appello ai Paesi in guerra affinché cessi il fragore delle armi e si torni sulla via del dialogo.

“In questo tempo di pandemia – afferma dalla loggia centrale della basilica vaticana, addobbata col tradizionale drappo rosso e fiori – ce ne rendiamo conto ancora di più. La nostra capacità di relazioni sociali è messa a dura prova; si rafforza la tendenza a chiudersi, a fare da sé, a rinunciare ad uscire, a incontrarsi, a fare le cose insieme. E anche a livello internazionale c’è il rischio di non voler dialogare, il rischio che la crisi complessa induca a scegliere scorciatoie piuttosto che le strade più lunghe del dialogo; ma queste sole, in realtà, conducono alla soluzione dei conflitti e a benefici condivisi e duraturi”.

In effetti, sottolinea il Pontefice, “mentre risuona intorno a noi e nel mondo intero l’annuncio della nascita del Salvatore, sorgente della vera pace, vediamo ancora tanti conflitti, crisi e contraddizioni. Sembrano non finire mai e quasi non ce ne accorgiamo più. Ci siamo abituati a tal punto che immense tragedie passano ormai sotto silenzio; rischiamo di non sentire il grido di dolore e di disperazione di tanti nostri fratelli e sorelle”.

“Ma ecco, nel cuore della notte, il segno di speranza! Oggi, ‘l’amor che move il sole e l’altre stelle’, come dice Dante, si è fatto carne. È venuto in forma umana, ha condiviso i nostri drammi e ha rotto il muro della nostra indifferenza. Nel freddo della notte protende le sue piccole braccia verso di noi: ha bisogno di tutto ma viene a donarci tutto. A Lui chiediamo la forza di aprirci al dialogo. In questo giorno di festa lo imploriamo di suscitare nei cuori di tutti aneliti di riconciliazione, aneliti di fraternità. A Lui rivolgiamo la nostra supplica”, la preghiera del Santo Padre.

Che passa poi a snocciolare tutti gli Stati stremati da quella che lo stesso Bergoglio ha più volte ribattezzato “una guerra mondiale a pezzi”. Il primo pensiero del Papa è per il Medio Oriente e il “popolo siriano, che vive da oltre un decennio una guerra che ha provocato molte vittime e un numero incalcolabile di profughi. Guardiamo all’Iraq, che fatica ancora a rialzarsi dopo un lungo conflitto. Ascoltiamo il grido dei bambini che si leva dallo Yemen, dove un’immane tragedia, dimenticata da tutti, da anni si sta consumando in silenzio, provocando morti ogni giorno”.

“Ricordiamo – aggiunge – le continue tensioni tra israeliani e palestinesi, che si trascinano senza soluzione, con sempre maggiori conseguenze sociali e politiche. Non dimentichiamoci di Betlemme, il luogo in cui Gesù ha visto la luce e che vive tempi difficili anche per le difficoltà economiche dovute alla pandemia, che impedisce ai pellegrini di raggiungere la Terra Santa, con effetti negativi sulla vita della popolazione. Pensiamo al Libano, che soffre una crisi senza precedenti con condizioni economiche e sociali molto preoccupanti”.

“Bambino Gesù, sostieni quanti sono impegnati a dare assistenza umanitaria alle popolazioni costrette a fuggire dalla loro patria; conforta il popolo afgano, che da oltre quarant’anni è messo a dura prova da conflitti che hanno spinto molti a lasciare il Paese”, la supplica del Papa mentre la pioggia continua a scendere copiosa anche sulle armature delle Guardie Svizzere e delle rappresentanze delle Forze Armate italiane, schierate sul sagrato della basilica vaticana nel tradizionale picchetto d’onore.

Il pensiero del Papa va poi al “Myanmar, dove intolleranza e violenza colpiscono non di rado anche la comunità cristiana e i luoghi di culto, e oscurano il volto pacifico della popolazione”. “Re delle genti, sii luce e sostegno per chi crede e opera, andando anche controcorrente, in favore dell’incontro e del dialogo, e non permettere che dilaghino in Ucraina le metastasi di un conflitto incancrenito”.

“Principe della Pace, assisti l’Etiopia nel ritrovare la via della riconciliazione e della pace attraverso un confronto sincero che metta al primo posto le esigenze della popolazione. Ascolta il grido delle popolazioni della regione del Sahel, che sperimentano la violenza del terrorismo internazionale – prosegue -. Volgi lo sguardo ai popoli dei Paesi del Nord Africa che sono afflitti dalle divisioni, dalla disoccupazione e dalla disparità economica; e allevia le sofferenze dei tanti fratelli e sorelle che soffrono per i conflitti interni in Sudan e Sud Sudan”.

Nel suo discorso, Bergoglio non dimentica l’America: “Fa’ – la preghiera che rivolge al Bambinello – che prevalgano nei cuori dei popoli del continente americano i valori della solidarietà, della riconciliazione e della pacifica convivenza, attraverso il dialogo, il rispetto reciproco e il riconoscimento dei diritti e dei valori culturali di tutti gli esseri umani”.

Quindi una preghiera per chi, in questo tempo di pandemia ha subito violenze e abusi: “Figlio di Dio, conforta le vittime della violenza nei confronti delle donne che dilaga in questo tempo di pandemia. Offri speranza ai bambini e agli adolescenti fatti oggetto di bullismo e di abusi. Da’ consolazione e affetto agli anziani, soprattutto a quelli più soli. Dona serenità e unità alle famiglie, luogo primario dell’educazione e base del tessuto sociale”.

Papa Francesco rinnova poi l’appello affinché tutti abbiano accesso, in maniera gratuita, al vaccino anti-Covid: “Dio-con-noi, concedi salute ai malati e ispira tutte le persone di buona volontà a trovare le soluzioni più idonee per superare la crisi sanitaria e le sue conseguenze. Rendi i cuori generosi, per far giungere le cure necessarie, specialmente i vaccini, alle popolazioni più bisognose. Ricompensa tutti coloro che mostrano attenzione e dedizione nel prendersi cura dei familiari, degli ammalati e dei più deboli”.

“Bambino di Betlemme, consenti di fare presto ritorno a casa ai tanti prigionieri di guerra, civili e militari, dei recenti conflitti, e a quanti sono incarcerati per ragioni politiche. Non ci lasciare indifferenti di fronte al dramma dei migranti, dei profughi e dei rifugiati. I loro occhi ci chiedono di non girarci dall’altra parte, di non rinnegare l’umanità che ci accomuna, di fare nostre le loro storie e di non dimenticare i loro drammi”, la supplica finale che rivolge al Bambinello. Infine, una preghiera per la cura dell’ambiente: “Verbo eterno che ti sei fatto carne, rendici premurosi verso la nostra casa comune, anch’essa sofferente per l’incuria con cui spesso la trattiamo, e sprona le autorità politiche a trovare accordi efficaci perché le prossime generazioni possano vivere in un ambiente rispettoso della vita”.

“Cari fratelli e sorelle, tante sono le difficoltà del nostro tempo – il monito finale -, ma più forte è la speranza, perché ‘un bambino è nato per noi’. Lui è la Parola di Dio e si è fatto in-fante, capace solo di vagire e bisognoso di tutto. Ha voluto imparare a parlare, come ogni bambino, perché noi imparassimo ad ascoltare Dio, nostro Padre, ad ascoltarci tra noi e a dialogare come fratelli e sorelle. O Cristo, nato per noi, insegnaci a camminare con Te sui sentieri della pace. Buon Natale a tutti!”.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
ilfaroonline.it è su TELEGRAM. Per iscriverti al canale Telegram con solo le notizie di Papa & Vaticano, clicca su questo link.
ilfaroonline.it è anche su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.