appunti di viaggio

Fiumicino, quei vincoli “immortali” che resistono nel tempo

28 dicembre 2021 | 07:00
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Fiumicino, quei vincoli “immortali” che resistono nel tempo

Parlare di problema risolto rispetto all’edificazione è fuorviante. A chi fa comodo questa situazione?

Esistono documenti che vanno “decodificati” per renderli chiari al grande pubblico. Di solito si tratta di documenti amministrativi che, tra rimandi a commi di legge ed omissis, alla fine restano oscuri. Ma a volte ci sono anche prese di posizioni di associazioni che vanno spiegate, perché troppo tecniche in alcuni casi o troppo “morbide” in altri per evitare di essere tacciati di polemica e dunque non essere ascoltati.

Stavolta proviamo a decodificare l’ultima uscita pubblica del Labur, peraltro chiara nella sua lunga esposizione, dal titolo “Un rischio esondazione che grida vendetta” (leggi qui); un testo durissimo, che non ha avuto l’eco che meritava. Un po’ per la normale distrazione delle feste natalizie, un po’ – forse – perché a tanta parte della politica non conviene soffiare sul fuoco della polemica.

E allora, scendiamo nel dettaglio. Nel documento si prende in esame l’abbassamento del rischio esondazione arrivato dopo la costruzione della cosiddetta strada argine all’Isola Sacra, a ridosso di Passo della Sentinella, nel territorio di Fiumicino.

Sotto i riflettori la declassificazione del territorio di Isola Sacra da R4 (rischio di morte) a R2 (rischio medio). Ma perché pur avendo rispettato tutti i dettami dell’autorità di Bacino, il rischio esondazione non è stato cancellato?

Secondo i tecnici, è ipotizzabile che una volta ogni 500 anni, una piena di portata eccezionale possa scavalcare l’argine costruito, e dunque allagare la città. Una probabilità che tecnicamente è stata definita dello 0,2%, ma tanto è bastato per lasciare i vincoli.

Effettivamente una piena di tale portata accadde nel 29 dicembre del 1870; dunque possiamo aspettarcela, se mai venisse, verso il 2370 o giù di lì.

Allo stato attuale, parlare di problema risolto rispetto all’edificazione è fuorviante, perché se è vero che si può costruire in R2 (con particolari accortezze, s’intende, definite “prescrizioni”), è altrettanto vero che resta un altro vincolo, in R3, legato ai canali. Dunque, se non si leva del tutto il primo, il secondo resta alto, incidendo – lui sì – sulla reale possibilità di costruire.

Insomma, se l’obiettivo da tutti sperato era di poter far tornare l’edilizia privata una possibilità di crescita del territorio, beh, questo obiettivo è ancora lungi dall’essere realizzato. E dato che la questione si trascina da decenni, le ipotesi possono essere diverse: 1) chi ha messo mano alla questione in tutti questi anni è stato incapace… di risolverla; 2) chi ha messo mano alla questione, non vuole risolverla, per lasciare un’intera città in mano ai burocrati e/o alle promesse elettorali; 3) la questione è irrisolvibile. Ma se così fosse, perché continuare a chiedere soldi ai cittadini e nutrire false speranze?! Mai come in questo caso viene da dire: ai posteri l’ardua sentenza.