Una moratoria di sei mesi per gli oltre 4 mila sfratti esecutivi a Roma

7 gennaio 2022 | 12:40
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Una moratoria di sei mesi per gli oltre 4 mila sfratti esecutivi a Roma

La Caritas chiede un tavolo istituzionale di confronto e di conciliazione presso la Prefettura di Roma: proposte sei misure per abbassare la pressione sociale e gestire l’emergenza

Roma – Scade oggi, 7 gennaio, la breve sospensione temporanea dell’esecuzione degli sfratti disposta dal Prefetto di Roma su richiesta dell’Amministrazione di Roma Capitale. La grave ripresa della pandemia di questi giorni e gli oltre 4 mila sfratti in via esecutiva nella sola città di Roma, sollecitano misure all’altezza della gravità della situazione nel contesto di un problema molto più vasto e complesso, quello dell’abitare, con legittime aspettative che provengono da più ambiti e disattese da troppi anni.

Una situazione che rischia di penalizzare soprattutto le persone e le famiglie più fragili, già duramente colpite dalla crisi economico-sociale causata dalla pandemia. Per questo la Caritas di Roma rinnova la richiesta di una moratoria di sei mesi all’esecuzione degli sfratti e chiede l’istituzione di un Tavolo di confronto e conciliazione presso la Prefettura di Roma , perché il dialogo e la conciliazione tra esigenze legittime va nella direzione del bene comune, in una stagione di così dura e lunga prova.

È infatti quanto mai necessario un confronto con tutti gli attori coinvolti – Comune di Roma, Regione Lazio, Forze di Polizia, ex Ipab, Inps, Piccoli proprietari, Sindacati inquilini, Terzo settore – che, seppur con responsabilità e ambiti diversi, possono contribuire a entrare nel merito dell’emergenza abitativa e concordare apposite misure.

La Caritas i di Roma, intende contribuire, nel rispetto dei diversi punti di vista coinvolti, con sei proposte per affrontare l’emergenza:

1. Un piano straordinario da attuare rapidamente per sbloccare prima possibile i bonus affitti , finanziati da tempo e già a disposizione di Roma Capitale, in modo da consentire agli inquilini con morosità di saldare almeno una parte del debito ai proprietari e per accedere all’ultimo finanziamento regionale di 12 milioni di euro che ha funzioni anche preventive.

2. Velocizzare al massimo l’assegnazione delle case popolari pubbliche. Nella Capitale, a fronte di un patrimonio pubblico di 46.000 alloggi di proprietà regionale e di 28.000 di proprietà comunale, ogni anno si liberano tra i 600 e i 700 appartamenti che, se assegnati rapidamente, consentirebbero a molte famiglie di uscire dall’emergenza.

3. Sollecitare il Governo a un provvedimento per sospendere all’apertura della procedura di sfratto per morosità, il pagamento della cedolare secca (Irpef del 10%) e dell’IMU, ai proprietari di appartamenti che non incassano il regolare pagamento del rispettivo canone di locazione e non aspettare i relativi conguagli con l’Agenzia delle Entrate.

4. Rivedere le procedure per l’utilizzo delle Forze di Polizia nell’esecuzione degli sfratti , prevedendo preventivamente il parere degli assistenti sociali dei servizi di Roma Capitale, per far emergere le situazioni delle singole famiglie interessate al provvedimento di sfratto per una morosità dovuta a lutto, grave malattia o disabilità, con conseguente riduzione del reddito. Questo permetterebbe almeno di graduare nel tempo l’esecuzione degli stessi sfratti.

5. Riservare, con procedure d’urgenza, una quota degli alloggi pubblici disponibili da assegnare all’emergenza , per gli sfrattati delle fasce di popolazione particolarmente fragili (donne sole con bambini, famiglie numerose, famiglie prive di reddito, famiglie con persone gravemente malate o disabili), prevedendo il passaggio da casa a casa.

6. Promuovere accordi volontari di locazione di durata biennale , con garanzia di rilascio alla scadenza degli appartamenti, sottoscritta di fronte a enti pubblici o fondazioni private e di rilevanza sociale.

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