Il Papa: “La preghiera non è un rito magico o ripetizioni di cantilene: ci unisce a Dio”

9 gennaio 2022 | 12:37
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Il Papa: “La preghiera non è un rito magico o ripetizioni di cantilene: ci unisce a Dio”

All’Angelus il monito di Papa Bergoglio contro i cristiani che pregano a pappagallo: “La preghiera è la chiave che apre il cuore al Signore. È dialogare con Dio. E a volte è anche gridare, sfogarsi con Dio”

Città del Vaticano – “Tutti siamo immersi nei problemi della vita e in tante situazioni intricate, chiamati ad affrontare momenti e scelte difficili che ci tirano in basso. Ma, se non vogliamo restare schiacciati, abbiamo bisogno di elevare tutto verso l’alto”.

Affacciatosi su una piazza San Pietro sferzata dalla pioggia ma allo stesso tempo gremita di fedeli, Papa Francesco, durante l’Angelus si scaglia ancora una volta contro i cristiani che “pregano a pappagallo”. Il Pontefice, commentando il Vangelo del giorno sul Battesimo di Gesù, ricorda che solo la preghiera eleva “verso l’alto”. Ma la preghiera, ammonisce, “non è una via di fuga, non è un rito magico o una ripetizione di cantilene imparate a memoria. Pregare è il modo per lasciare agire Dio in noi, per cogliere quello che Lui vuole comunicarci anche nelle situazioni più difficili, per avere la forza di andare avanti”.

Secondo il Pontefice, “la preghiera ci aiuta perché ci unisce a Dio, ci apre all’incontro con Lui. Sì, la preghiera è la chiave che apre il cuore al Signore. È dialogare con Dio, è ascoltare la sua Parola, è adorare: stare in silenzio affidandogli ciò che viviamo. E a volte è anche gridare a Lui come Giobbe, sfogarsi con Lui”.

“La preghiera, per usare una bella immagine del Vangelo di oggi, ‘apre il cielo’: dà ossigeno alla vita, respiro anche in mezzo agli affanni e fa vedere le cose in modo più ampio. Soprattutto, ci permette di fare la stessa esperienza di Gesù al Giordano: ci fa sentire figli amati dal Padre”, aggiunge il Papa.

“Questo nostro essere figli è cominciato il giorno del Battesimo – sottolinea Bergoglio -, che ci ha immersi in Cristo e membri del popolo di Dio ci ha fatto diventare figli amati del Padre. Non dimentichiamo la data del nostro Battesimo!”.

“Quando ritornerete a casa domandate quando siete state battezzati, e festeggiate quella data. E oggi chiediamoci – esorta -: come va la mia preghiera? Prego per abitudine, controvoglia, solo recitando delle formule? Oppure coltivo l’intimità con Dio, dialogo con Lui, ascolto la sua Parola?”. “Tra tante cose che facciamo – conclude -, non trascuriamo la preghiera: dedichiamole tempo, usiamo brevi invocazioni da ripetere spesso, leggiamo il Vangelo ogni giorno”.

Dopo la benedizione, il pensiero del Santo Padre va al Kazakistan (leggi qui). Quindi i saluti e l’immancabile “arrivederci. Non dimenticate di pregare per me. Buona domenica e buon pranzo”.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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