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Ostia. Clan Spada, la sentenza di Cassazione conferma: “E’ mafia”

13 gennaio 2022 | 19:59
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Ostia. Clan Spada, la sentenza di Cassazione conferma: “E’ mafia”

Disposto anche un nuovo processo d’Appello per il duplice omicidio di due esponenti di un clan rivale

Ostia – Confermata in Cassazione l’associazione a delinquere di stampo mafioso per il clan Spada. E’ quanto hanno deciso i giudici della prima sezione penale della Suprema Corte nel maxi processo contro il clan del litorale romano accogliendo la richiesta del sostituto procuratore generale Luigi Birritteri. I supremi giudici con la sentenza pronunciata questo pomeriggio hanno disposto anche un nuovo processo d’Appello per il duplice omicidio di due esponenti di un clan rivale, Giovanni Galleoni detto ‘Baficchio’ e Francesco Antonini detto ‘Sorcanera’, avvenuto il 22 novembre del 2011 nel centro di Ostia.

Il processo d’appello bis riguarderà Roberto Spada, già condannato in via definitiva a sei anni per la testata a Ostia al giornalista Daniele Piervincenzi, Ottavio Spada, detto Marco, e Carmine Spada. I ricorsi degli altri imputati sono stati rigettati o dichiarati inammissibili confermando sostanzialmente le pene inflitte.

La sentenza è arrivata dopo che questa mattina nell’aula magna della Cassazione è stata rinnovata la discussione, già avvenuta il 10 dicembre scorso, in seguito alla sostituzione di un componente del collegio. Il maxi processo nasce dall’indagine della Dda di Roma, coordinata dai magistrati Michele Prestipino con Ilaria Calò e Mario Palazzi, che aveva portato il 25 gennaio del 2018 all’operazione ”Eclissi” con gli arresti eseguiti dai carabinieri e dagli agenti della squadra mobile. Il 12 gennaio dello scorso anno i giudici della Prima Corte d’Assise d’Appello di Roma avevano confermato l’associazione per delinquere di stampo mafioso e le condanne per i 17 imputati per oltre 150 anni di carcere, tra queste, l’ergastolo per Roberto Spada e per Ottavio Spada, detto Marco, mentre era stata ridotta la condanna per Carmine Spada, dall’ergastolo a 17 anni.

La notizia della decisione della Cassazione è stata accolta con parziale soddisfazione dal Co.G.I., il Comitato collaboratori di Giustizia. “Se è vero che è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso per gli Spada – spiega la portavoce, Maricetta Tirrito – com’è possibile vedere a piede libero altri personaggi della famiglia, già condannati? Come mai il metodo mafioso non si estende a tutti i membri della famiglia che si sono resi protagonisti di atti criminosi? In sostanza, se viene riconosciuto il metodo mafioso, perché non viene esteso alle modalità familiari?

Sono domande legittime – prosegue Tirrito -, anche se ovviamente sappiamo che qualunque decisione sia stata presa è in linea con i dettami di legge. Ma è proprio questo il punto: possono tecnicismi legali superare quello che può essere considerato un metodo diffuso? E quali sono questi tecnicismi che consentono tutto ciò? Domande alle quali qualcuno deve dare risposte, se vogliamo che un’azione giudiziaria sia realmente credibile, e possa penetrare nel tessuto sociale modificandone i parametri culturali. Altrimenti resterà uno spot che restituisce un’immagine di copertina di uno Stato Giusto, senza però che sia scritta realmente una pagina nei territori dove il metodo mafioso viene praticato”.

“Il Clan Spada è mafia, così ha definitivamente sancito la Suprema Corte di Cassazione. Ci auguriamo che questa sentenza possa essere un incentivo per le vittime ad avere il coraggio di denunciare, perché solo con la denuncia si può uscire dall’usura e solo insieme si può sconfiggere definitivamente la mafia. Scegliere la legalità conviene sempre: esistono dei fondi della Regione e dello Stato per le vittime di usura che denunciano”, si legge in una nota dell’Associazione FAI Antiusura Ostia Volare APS, che prosegue: “Chi denuncia l’usura, vince. La legalità e la fiducia nella legge e nelle istituzioni sono l’unica strada. La FAI Antiusura Ostia Volare APS attraverso lo Sportello di prevenzione e contrasto dell’usura, fornisce assistenza professionale specializzata alle vittime di usura. Presso lo Sportello è inoltre possibile istruire la pratica per richiedere l’accesso ai fondi per le vittime di usura, Regionali e Statali. Potete contattare lo Sportello nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì dalle ore 10:30 alle 13:00 al 3285644577 o presso il Centro Comunitario “T&T” OSTIA in via Costanzo Casana 163. Tutti servizi sono gratuiti!”.

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