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Corsa al Quirinale: il centrodestra spinge per Berlusconi, la sinistra frena. I possibili scenari

17 gennaio 2022 | 11:41
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Corsa al Quirinale: il centrodestra spinge per Berlusconi, la sinistra frena. I possibili scenari

A una settimana dal voto per la scelta del Capo dello Stato partiti divisi sulla scelta dei nomi. Fico: “Spero nell’elezione del Presidente della Repubblica entro il 3 febbraio”

Roma – ”L’auspicio è che entro il 3 febbraio ci sia il nuovo Presidente della Repubblica” e mi auguro che ”ci sia il nome più condiviso”. Un sogno forse quello di Roberto Fico, presidente della Camera dei Deputati, che ha convocato il parlamento il seduta comune il 24 gennaio per l’elezione del Capo dello Stato. Mattarella non vuole il bis, l’ha fatto capire in diversi modi nei suoi ultimi discorsi.

Chi succederà dunque all’ex vicesegretario della Democrazia Cristiana che ora siede al Colle? Il nome che più ritorna è quello di Silvio Berlusconi che, dopo il vertice a ‘Villa Grande’ di venerdì scorso, nel corso del quale Matteo Salvini e Giorgia Meloni gli hanno chiesto di sciogliere la riserva e candidarsi, non si lascia scoraggiare e continua a sognare il Quirinale. Secondo i rumors, il Cavaliere è convinto che alla quarta votazione possa spuntarla ma deve poter contare sul voto compatto dei suoi alleati (sulla carta sono 450 i grandi elettori della coalizione). L’ex premier sa benissimo che se vengono meno Matteo Salvini, Giorgia Meloni e ‘Coraggio Italia’, l’operazione fallirebbe.

E a quel punto, raccontano, il presidente di Fi potrebbe far scattare un ‘tana libera tutti’ dagli esiti imprevedibili. Vari scenari circolano in questi giorni sul ‘dopo Mattarella’, tanti vedono come protagonista Gianni Letta, da sempre confidente dell’uomo di Arcore, uno dei pochi che può permettersi di dirgli le cose in faccia e metterlo in guardia dal rischio di un flop quirinalizio.

Tra gli scenari prospettati in ambienti del centrodestra ci sarebbe anche quello che vede Berlusconi indicare, di fronte alle forti perplessità di Lega e Fdi, proprio Letta come candidatura alternativa, in grado di ottenere un consenso trasversale, a cominciare da Italia Viva e Fdi. Dopo di me Gianni sarebbe la persona più adatta di tutte, avrebbe detto il leader forzista a chi ha avuto modo di sentirlo in questi giorni. Se anche con Letta in campo non si riuscisse a trovare un accordo comune, allora davvero salterebbe ogni vincolo di coalizione.

Un’ipotesi, quella dell’implosione interna del centrodestra, che, secondo alcuni, potrebbe concretizzarsi anche senza giocare la carta Letta. Secondo altri boatos resterebbe sempre in piedi un altro ‘piano B’, con l’ex presidente del Senato Marcello Pera in campo (ipotesi gradita a Matteo Salvini) oltre all’opzione di una donna come Letizia Moratti.

Allo stato, l’ex presidente del Consiglio starebbe continuando la sua campagna elettorale da Villa San Martino (il nuovo vertice con Lega e Fdi dovrebbe tenersi venerdì sempre nella sua residenza romana sull’Appia antica) a caccia di consensi fuori dal perimetro del centrodestra. Berlusconi, raccontano, è a caccia di almeno 100 grandi elettori ‘extra’ che gli darebbero la certezza matematica di farcela, ‘compensando’ i franchi tiratori interni. Pallottoliere alla mano, al momento sarebbero oltre 80 i voti in più, ovvero oltre i confini del centrodestra. Tra gli scettici dell’operazione ‘Silvio for presidente’ c’è ‘Coraggio Italia’: Giovanni Toti ribadisce, infatti, che ”non sono accettabili veti su Berlusconi, sarà lui a dirci se intende candidarsi, se ci sono i numeri. Ma a Silvio dico: un uomo come lui non può esporsi a una brutta figura”.

Ma a una settimana dal voto, a parte il centrodestra, nessuno dei restanti partiti sembra convergere su un nome. Al contrario, da Renzi a Letta a Conte, tutti frenano su Berlusconi. E senza indicare alternative.

“E’ evidente che la candidatura di Silvio Berlusconi è un vicolo cieco, non è quella figura istituzionale su cui ci sarà unità”, dice il segretario del Pd intervistato dal Tg3, sottolineando che “il centrodestra sbaglia”. “Voltiamo pagina – è il suo appello – cerchiamo questo nome, cerchiamolo insieme, mi sembra la strada migliore”. Draghi o Mattarella bis? “Una cosa è certa, Draghi sta giovando un ruolo fondamentale per il nostro Paese, il suo nome va tutelato e va tutelato il suo ruolo per l’Italia”. E Mattarella bis? “Non è il momento di parlare di nomi – insiste il segretario del Pd – Dobbiamo prima trovare quell’accordo tra tutte le forze politiche perché ci sia un patto di legislatura, poi troveremo i nomi”. “Questa intesa è fondamentale sul presidente o sulla presidente, figura istituzionale super partes – dice Letta, ricordando che “in questo Parlamento nessuno ha la maggioranza” – e per la continuazione della legislatura per affrontare il Covid, il Pnrr e questo drammatico caro bollette, che sta strangolando l’economia e le famiglie”.

Dello stesso avviso anche Renzi, convinto che “Berlusconi non ha alcuna chance di essere eletto al Quirinale. I numeri non ci sono. Qualcuno dovrebbe dirglielo ma Berlusconi è circondato solo da yes men”. Il leader di Iv, parlando a Radio Leopolda incalza: “Basta con questo atteggiamento compro-baratto e vendo qualcuno glielo dica a Berlusconi. Io credo che anche per la Meloni e Salvini, quella di Berlusconi sia un’operazione a perdere. Il centrodestra se insiste porta Berlusconi a sbattere e viceversa”.

Un “no” più diplomatico arriva dal M5S: “Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica è per noi un’opzione irricevibile e improponibile. Il centrodestra non blocchi l’Italia. Qui fuori c’è un Paese che soffre e attende risposte, non possiamo giocare sulle spalle di famiglie e imprese”, twitta Giuseppe Conte, che ai microfoni del fattoquotidiano.it, sottolinea: “Noi aspettiamo innanzitutto che la candidatura di Berlusconi non venga ufficializzata, perché essendo una candidatura di parte rallenterebbe semplicemente le trattative che sono in corso per arrivare a una soluzione e a una personalità quanto più ampiamente condivisa, quindi rivolgeremo un appello alle forze di centrodestra affinché non insistano su una candidatura di parte”.

Se invece dal centrodestra arrivasse un pieno sostegno alla candidatura di Silvio Berlusconi? “Sicuramente ci sarà un fronte contrapposto – ha risposto Conte – e a quel punto le restanti forze del fronte progressista dovranno proporre una candidatura diversa”. Franchi tiratori pro Berlusconi nelle file M5S? “Mi sento di escluderlo. Ho visto nella nostra riunione congiunta unità rispetto ai principi che condividiamo e la candidatura di Berlusconi non appare compatibile con i principi e i valori che abbiamo e con l’obiettivo di trovare una candidatura condivisa”, ha aggiunto l’ex premier.

Destra o sinistra, il nodo più grande resta la normativa anti-Covid che influenzerà, e non di poco, l’elezione. “In questi due anni il Parlamento è stato sempre aperto e sarà così anche per l’elezione del capo dello Stato. Stiamo completando i protocolli di sicurezza. Si partirà dai senatori a vita, le votazioni saranno con blocchi da 50”, spiega il Presidente della Camera a “Mezz’ora in più”. Serve un ”profilo di alta moralità” per il nuovo capo dello Stato che deve essere “un’ancora per la nostra Repubblica, che spesso è troppo bistrattata”. Serve un presidente della Repubblica con un ”aderente alla nostra Costituzione e ai principi e ai valori forti che rappresentano in tutto e per tutto il nostro Paese, che è un Paese dove c’è una grande civiltà”. ‘Ce ne sono molti”, che rispondono a questi requisiti, ha assicurato Fico.

”I no vax possono entrare alla Camera con il tampone e dunque possono venire a votare” spiega il presidente della Camera. “I positivi non possono votare alla normativa vigente e questo non costituisce nessuna violazione di procedura costituzionale”. ”Non c’è nessun rischio di ricorsi” aggiunge, parlando della ‘macchina organizzativa’ di Montecitorio in tempi di Covid in occasione dell’elezione del nuovo capo dello Stato.

”I grandi elettori del Colle positivi non possono votare, come previsto dalla legge. Ma l’istruttoria continua. In questo momento di emergenza sanitaria conclamata non dobbiamo dare messaggi sbagliati alla cittadinanza, fermo restando che ne discuteremo ancora”.

“Il non vaccinato invece, oggi, alla Camera – ribadisce Fico – come in tutte le altre sedi istituzionali, può entrare con il tampone. Quindi può venire a votare con il tampone. In questi due anni abbiamo lavorato in modo molto serrato, abbiamo avuto un’organizzazione scientifica tant’è che alla Camera, un luogo molto frequentato, non abbiamo mai avuto un cluster, un focolaio. Siamo riusciti garantendo a pieno regime la funzione legislativa e l’abbiamo fatto nel migliore dei modi”.

”Allo stato, alla Camera ci sono 29 deputati positivi con la curva in discesa. Non so quanti ce ne siamo al Senato, penso tra 6 e gli 8…” ipotizza. ”Ci teniamo che al giuramento del nuovo capo dello Stato ci possano essere tutti i grandi elettori. E quindi saranno tutti tamponati con un tampone rapido di ultima generazione che faremo fare prima di entrare in Aula”.

(Il Faro online)