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Due nuove stelle variabili scoperte dal Gruppo Astrofili “Galileo Galilei” di Tarquinia

Le scoperta è un nuovo risultato del programma di ricerca scientifica che l’associazione di Tarquinia ha avviato nel 2020

Tarquinia – Il Gruppo Astrofili Galileo Galilei ha consolidato, nel corso degli ultimi anni, un ruolo preminente nel campo della divulgazione astronomica nel territorio del Lazio centro settentrionale; nella seconda parte del 2020 l’associazione ha iniziato il cammino per un’ulteriore evoluzione delle proprie attività, intraprendendo la difficile ma stimolante strada della ricerca amatoriale in campo astronomico.

Grazie allo sforzo di tutti i soci, è iniziata l’installazione di una cupola astronomica e della relativa strumentazione, presso l’area osservativa di Lasco di Picio, sul terreno concesso dall’Università Agraria di Monte Romano; contemporaneamente, all’interno dell’ormai nutrito gruppo di soci, sono state cercate e trovate le professionalità necessarie a costituire un comitato scientifico, già operativo ad inizio 2021.

L’attività di ricerca dell’associazione sarà rivolta ad aree diverse, quali le occultazioni di asteroidi e la spettroscopia e sono rapidamente pervenuti i primi risultati, con la scoperta, dopo GrAGVar001 del marzo 2021, stella pulsante del tipo Delta Scuti nella costellazione Canis Minor e di GrAGVar002 nella costellazione del Cigno, di due nuove stelle variabili che dai primi di Gennaio sono ufficialmente riconosciute dall’American Association of Variable Stars Observers (AAVSO) e registrate con i nomi di GrAGVar003 e GrAGVar004 nel catalogo VSX (International Variable Stars Index).

Le scoperta, effettuata da G. Mazzacurati, M. Grassi e A. Ciarnella, è un nuovo risultato del programma di ricerca scientifica che l’associazione di Tarquinia ha avviato nel 2020. Le due stelle brillano ai lati della della stella più luminosa di quel settore (HD54052 nei cataloghi internazionali) pulsando con periodi costanti di 68 e 76 minuti. Si tratta di stelle piuttosto luminose, con magnitudini apparenti pari a 12.9 e 13.8, osservabili anche con normali telescopi amatoriali. I ricercatori del GrAG hanno misurato con grande precisione, su un arco di oltre un anno, le fluttuazioni della loro luminosità, rivelandone la natura variabile e l’appartenenza alla categoria denominata Delta Scuti.

Queste stelle, di dimensioni pari a una volta e mezza e poco più di due volte il nostro Sole, attraversano una fase della loro vita in cui i fenomeni interni di combustione sono caratterizzati dalla fusione dell’elio che genera dei veri e propri moti di dilatazione e contrazione periodica nella stella. Le pulsazioni seguono schemi e periodicità estremamente precise anche a distanza di anni, che gli astronomi del GrAG hanno studiato attraverso l’analisi delle curve di luce e l’uso di algoritmi matematici. Queste tecniche permettono di identificare le oscillazioni radiali principali e altre oscillazioni armoniche che fanno vibrare la superficie della stella.

Lo studio di nuove stelle di questo genere permette di comprendere meglio l’evoluzione stellare e i complessi fenomeni che avvengono al loro interno e proseguirà anche grazie al nuovo telescopio che il GrAG attiverà nei prossimi mesi presso la sua area osservativa di Monte Romano (VT)

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