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Quirinale, Berlusconi fa un passo indietro e rinuncia alla candidatura

Il Cavaliere scioglie la riserva e annuncia il ritiro dalla corsa al Colle

Al via il vertice di centrodestra sul tema del Quirinale. Collegati via Zoom i leader di Lega, Fdi e Fi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi da Arcore. Con loro i leader centristi, a partire da Lorenzo Cesa (Udc), Maurizio Lupi (Nci), Luigi Brugnaro (Ci) e Giovanni Toti (Cambiamo).

Ancora non ho deciso… Silvio Berlusconi non si smentisce e con la sua imprevedibilità continua a tenere sulla corda tutti sul Colle, non solo gli alleati Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Da Arcore fa di tutto per ‘condurre lui le danze’. Prima fa sapere (accade ieri) che non verrà a Roma per il vertice di centrodestra convocato da Matteo Salvini per le 16 di oggi ma lo seguirà da remoto, poi annuncia ‘l’acquisto’ della senatrice renziana Antonia Volo e dell’ex M5S Saverio De Bonis ora al Misto di palazzo Madama, rilanciando l’operazione scoiattolo e mandando un chiaro segnale della sua ‘attrattività’ agli alleati Lega e Fdi ma pure a sinistra (Matteo Renzi) e ai grillini. Poi fissa per le 16.30 un incontro via zoom con ministri e sottosegretari di Fi, ‘contribuendo’ così a far slittare di due ore, alle 18, il summit di coalizione.

Berlusconi è ancora convinto che se gli alleati restano compatti sul suo nome, i voti extra ci sarebbero per spuntarla alla quarta votazione. La tentazione di fare il blitz in Aula, insomma, resta ma bisogna fare i conti con le resistenze interne ed esterne, in particolare con il rischio fuoco amico, sempre in agguato. Ieri Arcore ha fatto trapelare che oggi avrebbe sciolto la riserva e allo stato ancora non è chiaro cosa farà. Secondo alcuni boatos Berlusconi avrebbe voluto incontrare i leader della coalizione lunedì mattina e poi parlare all’Assemblea dei grandi elettori di Fi programmata all’ora di pranzo nell’Auletta dei gruppi a Montecitorio.

Invece, gli sviluppi della situazione, di fronte al forte pressing di Salvini e Meloni di dare un sì o un no prima dell’inizio delle votazioni presidenziali, e l’intenzione di non voler apparire lui, il fondatore del centrodestra, la causa di uno strappo, lo avrebbero indotto a fissare il vertice con Lega e Fdi oggi e non dopo. Se proprio passo indietro deve essere, al massimo l’ex premier farà quello che lui definisce un ‘passo di lato’: ovvero, rinuncerà al Colle solo se ci sarà un accordo su un nome del centrodestra, altrimenti tirerà dritto per la sua strada. Solo l’ipotesi Mattarella bis potrebbe fargli cambiare idea. In ogni caso, fonti azzurre lasciano intendere che al momento difficilmente il centrodestra scoprirà le sue carte indicando un suo nome in serata. (fonte: Adnkronos)

  • Notizia in aggiornamento