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Riparte da Fiumicino la vita di Munzir e Mustafà, padre e figlio senza arti simboli della guerra in Siria

22 gennaio 2022 | 07:33
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Riparte da Fiumicino la vita di Munzir e Mustafà, padre e figlio senza arti simboli della guerra in Siria

Il padre e il figlio con gli arti mutilati per i bombardamenti in Siria sono atterrati nelle scorse ore a Fiumicino: per loro inizia una nuova vita in Italia

Fiumicino – Il dramma dei bombardamenti e un sorriso che in un istante strappa via l’orrore della guerra in Siria. La foto di Munzir al-Nazzal, padre mutilato nel conflitto siriano, che abbraccia il figlio Mustafa, nato senza gambe né braccia a causa delle bombe chimiche, scattata dal fotografo turco Mehmet Aslan ha fatto il giro del mondo in pochissimo tempo, finendo anche sulle pagine del Washington Post (leggi qui).

Nell’immagine i due finalmente sorridono, riuscendo a essere felici almeno per un momento nonostante il dramma che li avvolge da un decennio, in una spirale di violenza e sangue che sembra non avere mai fine. E ora quel sorriso potrà continuare lontano dall’assordante rumore delle bombe. Infatti, nel pomeriggio di ieri, padre e figlio sono atterrati all’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino.

Il piccolo Mustafà è arrivato su un volo proveniente da Istanbul accompagnato dal papà, dalla mamma Zeynep e dalle due sorelle. Dopo l’atterraggio, la famiglia è stata accolta dal personale dell’aeroporto e dalla polizia, oltre che da numerosi giornalisti. Mustafà è arrivato in braccio al suo papà, che era seduto su una sedia a rotelle spinta da un addetto di Adr Assistance: sul volto un sorriso solare. Ai giornalisti che lo attendevano all’uscita del Terminal 3 ha mandato tanti baci. Ed è proprio da qui che ripartirà la loro vita. Con un nuovo viaggio, alla volta i Siena, dove l’Arcidiocesi assieme alla Caritas ha messo a disposizione un appartamento.

Ad accompagnarli nella cittadina del celebre palio, gli organizzatori del “Siena International Photo Awards”, che ha ospitato la foto che li ha resi famosi in tutto il mondo. A dargli il benvenuto nella casa che li ospiterà il cardinale Augusto Paolo Lojudice, che aveva proprio manifestato la volontà di portare loro il saluto della Chiesa. Con lui anche personale della Caritas diocesana e i volontari che si prenderanno cura della famiglia. Il tutto nel rispetto delle norme anti-Covi vigenti. Dopo un periodo di quarantena, padre e figlio potranno iniziare le cure al Centro protesi di Budrio.

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