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“Luce nuova” e attenzione agli ultimi: il lato umano (e spirituale) dell’aeroporto di Fiumicino

26 gennaio 2022 | 07:30
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Inaugurata la nuova cappella dell’aeroporto di Fiumicino: durante il rito la firma del rinnovo del protocollo tra AdR e Caritas per aiutare i clochard che cercano rifugio nello scalo romano

Fiumicino – Luce e abbraccio: sono queste le parole che più ricorrono in queste ore nel Terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino, dove è stata inaugurata la nuova cappella. Un rito sobrio, come impone la pandemia da Covid-19 che stiamo vivendo, ma solenne, presieduto da mons. Gianrico Ruzza, amministratore apostolico della Diocesi suburbicaria di Porto-Santa Rufina, durante il quale è stato anche rinnovato l’accordo tra Adr e la Caritas diocesana per l’accoglienza e l’aiuto ai clochard che proprio nel grande scalo romano cercano aiuto e rifugio.

Nella nuova cappella, realizzata e progettata da Adr Aeroporti ed Ingegneria, aperta a tutti e pensata per i passeggeri in transito, spicca il grande dipinto intitolato “Luce nuova”, che decora la parete centrale, dove è anche collocato il tabernacolo. Realizzato da Massimiliano Ferragina, giovane artista calabrese, si caratterizza per un fiume di colori, bianco/zinco, giallo/cadmio, blu/cobalto, rosso chiaro, con un’idea base, sottolinea la storica dell’arte Francesca Bottaro, di “abbraccio, accoglienza, saluto, spinta emotiva verso l’altro” e “corsa gioiosa in direzione di chi ha bisogno”. Anche le pareti, completamente bianche, che delimitano l’area, si abbracciano, creando così lo spazio per la preghiera. La luce, e l’abbraccio, sono anche i temi che decorano la nicchia dove è posizionata l’immagine della Madonna di Loreto, patrona dell’aeronautica: un cielo stellato.

“L’Aeroporto è un luogo di incrocio di persone, in cui si incontrano tante umanità. Questa cappella è un punto di pace per tutte quelle persone che viaggiano e la Parola di Dio può essere uno stimolo per relazioni di pace e di concordia”, dice mons. Ruzza nell’omelia, prima di lasciare spazio alla firma del “Protocollo Vite in transito – il volto umano in aeroporto” siglato dal Chief Aviation Officer di Aeroporti di Roma, Ivan Bassato, e dalla direttrice della Caritas diocesana, Serena Campitello, alla presenza del parroco dell’aeroporto, don Giovanni Soccorsi, di Giorgio Gregori, Business Unit Infrastructures di Adr, Massimo Ilariucci, Responsabile Adr Security, dei volontari Caritas e dei rappresentanti delle forze dell’ordine. Presente anche Patrizia Terlizzi, direttrice dell’Enac.

È una giornata importante e ringrazio la Caritas per questo viaggio di solidarietà che va avanti da 6 anni, con tanti volontari che danno il loro tempo per ascoltare ed aiutare tante persone in difficoltà“, le parole di Bassato a margine della firma. è singolare quanto prezioso per il territorio. L’obiettivo è quello di assistere le persone senza fissa dimora che si trovano a vivere negli spazi dell’aeroporto di Fiumicino e aiutarle a recuperare la propria dignità, migliorando le condizioni di vita e favorendo il ripristino delle relazioni familiari e sociali.

Fiumicino, la carezza di Papa Francesco ai clochard dell’aeroporto

Un protocollo che ha anche avuto il plauso di Papa Francesco (leggi qui) e che don Giovanni Soccorsi, parroco della parrocchia dell’aeroporto di Fiumicino (ebbene sì, l’aeroporto ha al suo interno anche una parrocchia ed è l’unico aeroporto del mondo ad averla, ndr.) porta avanti quotidianamente con un gruppo di volontari ogni giorno dal 2015, quando, in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, voluto da Papa Francesco, venne aperta una Porta Santa anche nello scalo romano.

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