Roma, un’associazione culturale come base dello spaccio: due arresti e una denuncia

27 gennaio 2022 | 11:03
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Roma, un’associazione culturale come base dello spaccio: due arresti e una denuncia
Roma, un’associazione culturale come base dello spaccio: due arresti e una denuncia
Roma, un’associazione culturale come base dello spaccio: due arresti e una denuncia

Il locale, all’interno del quale la polizia ha trovato metanfetamine e hashish, è stato posto sotto sequestro

Roma – Nell’ambito dei servizi straordinari nel quartiere San Lorenzo, gli agenti della Polizia di Stato del locale Commissariato hanno controllato 207 persone e 8 esercizi pubblici.

Durante questi controlli i poliziotti della squadra investigativa, entrati all’interno di un'”Associazione culturale” in via degli Aurunci per un controllo, hanno proceduto all’arresto di due persone. Il primo soggetto controllato è stato un cittadino tunisino, sedicente di 28 anni, con 10 diversi alias, trovato in possesso di 15 dosi di cocaina e 2 di hashish che, nel tentativo di fuggire, ha colpito i poliziotti, provocando loro lievi lesioni; il secondo, invece, è un italiano di 35 anni, gestore di fatto del locale, il quale, alla vista degli agenti, ha tentato di disfarsi di due flaconi di metanfetamina liquida e di 5 sigarette di hashish.

Nella successiva perquisizione domiciliare, gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato ulteriori flaconi di metanfetamina, sia liquida che in pasticche, nonché 50 grammi di hashish suddiviso in dosi e un bilancino di precisione.

All’interno del locale sono stati identificati 15 avventori, uno dei quali ha riferito di aver appena acquistato una dose di cocaina dal soggetto tratto in arresto.

È stato denunciato all’Autorità Giudiziaria anche il proprietario del locale, assente al momento del controllo.

Alla luce di quanto riscontrato all’interno, il locale è stato posto sotto sequestro con apposizione dei sigilli, provvedimento convalidato.

Al termine della direttissima, per il cittadino di origini tunisine è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre per il cittadino italiano è stato disposto l’obbligo di firma.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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