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Quirinale, fumata nera al quinto scrutinio. Per la Casellati 382 voti, 71 i franchi tiratori

28 gennaio 2022 | 15:27
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Quirinale, fumata nera al quinto scrutinio. Per la Casellati 382 voti, 71 i franchi tiratori

Sono mancati 71 voti rispetto ai 453 grandi elettori del centrodestra. Il sesto scrutinio è stato convocato per le 17

Roma – La presidente del Senato, Elisabetta Casellati, candidata del centrodestra per il Quirinale, ha ottenuto 382 voti nel quinto scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica. 46 preferenze sono andate al capo dello Stato, Sergio Mattarella; 38 al pm Nino Di Matteo, ora componente del Csm; 8 a Silvio Berlusconi, 7 alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e al coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani; 6 a Pier Ferdinando Casini. Le schede bianche sono state 11, le nulle 9, come i voti dispersi. Presenti 936, votanti 530, astenuti 406. A Casellati sono dunque mancati 71 voti rispetto ai 453 grandi elettori del centrodestra. Il sesto scrutinio è stato convocato per le 17.

Le conferenze congiunte dei capigruppo di Senato e Camera, insieme ai rispettivi presidenti, hanno infatti deciso una doppia seduta a partire da oggi.

L’intesa sul nome di Casellati è stata raggiunta al vertice del centrodestra di questa mattina. “Oggi abbiamo fatto la massima proposta possibile, più volte Mattarella aveva detto di non essere disponibile, dopo il suo, aggiungo io, buon settennato, noi ora abbiamo proposto Elisabetta Casellati, la seconda carica dello Stato, non c’era di più, dopo Mattarella”, ha detto Matteo Salvini, in conferenza stampa alla Camera. “Casellati era stata eletta dal 75% dei senatori all’inizio di questa legislatura, più unitaria di così…”, ha sottolineato.

Un appello a tutti gli schieramenti, a votare Casellati, è arrivato da Silvio Berlusconi: “Garantisco io sull’assoluta adeguatezza” per il suo ”nuovo ruolo super partes”, ha scritto su Facebook. “Per tale motivo mi rivolgo ai parlamentari di tutti gli schieramenti, per chiedere loro di sostenere la Casellati”, ha aggiunto il Cavaliere, che ha avvertito: “Dobbiamo assolutamente porre fine all’attuale spettacolo indecoroso che la politica sta dando di sé agli italiani e che l’opinione pubblica non riesce più a capire e a tollerare. Ringrazio di cuore tutti i Parlamentari che daranno seguito a questo mio appello e mi auguro che finalmente il Parlamento possa dare un segnale di responsabilità e di adeguatezza al ruolo che la Costituzione gli assegna. Lo spero davvero”.

È il momento che si “verifichino i numeri in aula e si ponga fine a questa cosa incomprensibile del non voto e delle schede bianche – ha detto Giorgia Meloni al termine del vertice di centrodestra – Il centrodestra dia un prova di compattezza. L’avessimo fatto prima la situazione sarebbe già sbloccata ma sono contenta si sia arrivati a questa decisione”. La leader di Fdi ha sottolineato che quella su Elisabetta Casellati, “donna e presidente del Senato” è un’apertura “su una candidatura meno politicizzata e più istituzionale. I veti sarebbero incomprensibili”. “Dobbiamo stringere i tempi – ha rimarcato ancora – Questa elezione del Capo dello Stato dimostra che la soluzione migliore resta il voto anticipato e conferma” come resti necessaria la riforma per “l’elezione diretta del Capo dello Stato”.

“Oggi il centrodestra unito voterà per Elisabetta Casellati, Presidente del Senato e seconda carica dello Stato. Una donna ma soprattutto una figura istituzionale di alto profilo”, ha scritto su Twitter Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia.

‘Presente non votante’ è la formula scelta dai leader progressisti Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza per la prima ‘chiama’ di oggi e non è stata indicata a caso ai rispettivi parlamentari.

Dal punto di vista pratico è un qualcosa in più rispetto a una semplice astensione. Infatti il grande elettore deve entrare in aula, ritirare la scheda e contestualmente dichiarare ad alta voce ‘astensione’. Si tratta, quindi, di una opzione offerta dal collaudato ‘mazzo’ delle tattiche parlamentari per avere (e dimostrare) la tenuta della coalizione su una scelta politica. (fonte Adnkronos)