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Violenze e soprusi psicologici davanti alla figlia: madre a processo

28 gennaio 2022 | 20:33
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Violenze e soprusi psicologici davanti alla figlia: madre a processo

Il dramma di una bimba di Fiumicino vittima di violenza assistita. A settembre l’inizio del processo

Fiumicino – Violenze psicologiche al posto degli abbracci, aggressioni (verbali e fisiche) invece dei saluti, furti di gioielli e giocattoli al posto delle favole della buonanotte che provocano incubi ogni notte. E’ il dramma che sta vivendo da qualche anno una famiglia del litorale romano che nei prossimi mesi vedrà la madre comparire alla sbarra degli imputati con l’accusa di minacce gravi, accesso abusivo di proprietà privata, maltrattamenti familiari e violenza privata.

La vicenda, che vedrà l’inizio del suo sviluppo giudiziario solo a settembre 2022, quando è stata fissata l’udienza, risale al 2020. Elisa (nome di fantasia) ha appena cinque anni. I suoi genitori sono separati e lei vive con suo padre nell’abitazione della nonna paterna a Focene, località balneare del comune di Fiumicino. Sua madre, nel dicembre del 2020 va a Focene per visitare la figlia, che non vede da tempo.

E qui ha inizio l’incubo. Stando alle carte della querela, la donna si era attaccata al campanello per diversi minuti fino a quando la bambina non le si trova davanti, mettendo agitazione e ansia soprattutto nella piccola. Fuori diluviava e quando Elisa le si è presentata davanti niente abbracci. Anzi. La donna le ha rovistato nello zainetto. Il padre doveva uscire con l’auto per delle commissioni e, in preda alla rabbia, la sua ex gli ha bloccato il passaggio chiedendogli i quaderni della figlia. L’uomo decideva così di rientrare in casa per portarglieli. Ma la posizione della donna, seduta in terra, e lo spazio stretto del vialetto rendeva impossibile le manovre. E davanti la figlia sono partiti gli insulti, come si legge nella querela visionata da ilfaroonline.it.

Prima contro l’ex compagno, poi anche nei confronti della nonna. Quelle parole mandarono in lacrime Elisa, che è stata poi costretta ad assistere a un’altra brutta scena: la mamma ha tentato infatti di entrare nella villetta dal cancello del giardino, dando ripetuti calci alla porta d’ingresso e accanendosi sulla maniglia per tentare di forzarla. Il tutto continuando a insultare e minacciando anche di malmenare l’anziana signora, ormai in forte stato di ansia. Non solo: la mamma, urlando, ha intimato all’ex suocera di uscire fuori per affrontarla fisicamente. Parole pesanti pronunciate davanti alla piccola che, strattonata e trascinata dalla madre, seppur in lacrime e in stato di choc, aveva assistito anche alle conseguenti operazioni di polizia.

Infatti, sul posto sono prontamente intervenute diverse auto delle forze dell’ordine, tra polizia e carabinieri, allertate in contemporanea sia dalla nonna che dal papà della piccola, che, nel tentativo di sedare la situazione, era stato percosso con calci e schiaffi dalla ex, sempre davanti gli occhi di Elisa. Un vero e proprio sopruso psicologico non solo nei confronti dell’anziana, che ha vissuto i suoi ultimi mesi di vita nel terrore di nuove aggressioni fino a quando, il 19 luglio scorso, durante una nuova visita della donna nella Capitale, morì d’infarto, ma anche della piccola. Fin qui il racconto che emerge delle carte della querela redatta dal padre della bambina.

Ma nella vita di Elisa, che ha gli incubi quasi tutte le notti, non ci sono state solo le violenze psicologiche. La piccola è stata spesso “derubata” dalla madre, come accaduto a Natale. Il padre le aveva lasciato indosso gli orecchini d’oro che le aveva regalato la nonna. Al ritorno dalle vacanze, gli orecchini erano spariti. E, secondo il racconto del papà, sono tanti gli oggetti che la donna toglie a sua figlia. Una bimba che ora deve fare anche i conti con i lunghi tempi della giustizia italiana. Il processo nei confronti della signora, accusata di minacce gravi, accesso abusivo di proprietà privata, maltrattamenti familiari e violenza privata, avrà inizio il 29 settembre. Spetterà quindi ai giudici, una volta formalizzate le prove in Tribunale, a chiarire definitivamente la questione.

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