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Furti di energia elettrica a Ostia e Fiumicino: nei guai due donne

29 gennaio 2022 | 11:33
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Furti di energia elettrica a Ostia e Fiumicino: nei guai due donne

Nell’appartamento perquisito dai carabinieri a Fiumicino trovata anche della droga

Proseguono i controlli da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma volti ad arginare il fenomeno delle occupazioni abusive e degli allacci illeciti alle reti di distribuzione delle utenze di luce e acqua negli alloggi di edilizia popolare.

I Carabinieri dei Gruppi di Roma, Ostia e Frascati, unitamente a funzionari dell’ufficio A.T.E.R. e al personale tecnico delle società ACEA, ACEA ATO-2 e ARETI S.p.a., sono entrati in azione nei rispettivi territori di competenza, in particolare a San Basilio, Fiumicino e Tor Bella Monaca, scoprendo l’occupazione abusiva di 7 appartamenti, e denunciando a piede libero, complessivamente, 9 persone per furto aggravato.

A Tor Bella Monaca sono stati deferiti un cittadino marocchino di 44 anni incensurato e 4 romani – 2 uomini e 2 donne – tutti con precedenti, sorpresi in alcuni appartamenti di via Santa Rita da Cascia nei quali son stati accertati allacci abusivi alla rete elettrica. Per lo stesso motivo, nella vicina via Giovanni Battista Scozza, sono state denunciate altre due donne, anche loro con precedenti.

Al Lido di Ostia, i Carabinieri hanno denunciato a piede libero una donna di origini campane, sempre per furto aggravato di energia elettrica.

Lo stesso addebito è stato mosso anche nei confronti di una ragazza romana residente a Fiumicino: in quest’ultimo appartamento, inoltre, i Carabinieri hanno sorpreso un 32enne romano, ospitato dalla ragazza nell’appartamento, che aveva la disponibilità di oltre 600 grammi di hashish e 30 grammi di cocaina. Per lui è scattato l’arresto con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

La droga è stata sequestrata, mentre il personale tecnico ha immediatamente rimosso gli allacci abusivi e ripristinato gli impianti originari.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

(Il Faro online)