appunti di viaggio

Fiumicino, la soluzione “blu” per la mancanza di scuole

31 gennaio 2022 | 07:30
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Fiumicino, la soluzione “blu” per la mancanza di scuole

Esistono dei lotti destinati ad ospitare nuove costruzioni private. Per ognuna di esse, sono segnate delle aree in blu, destinate a essere “donate” al Comune per diventare terreno pubblico.

E’ di questi giorni la polemica sulla mancanza di spazi per le scuole superiori – e più in generale per le scuole – nel territorio di Fiumicino. C’è un grido d’allarme lanciato dai dirigenti didattici, c’è il fermento della politica, c’è l’apertura di Città metropolitana, ci sono ritardi abissali… Ciò che invece non c’è, sono le soluzioni.

Eppure forse una via d’uscita ci sarebbe. Ma… c’è un ma. Fiumicino è come una matassa che oggi appare ingarbugliata tra vincoli che bloccano l’edilizia ed esigenze di nuovi edifici scolastici. Basterebbe trovare il bandolo di questa matassa per sbrogliare l’intera situazione.

Proviamo a cercarne uno spiegando la situazione nel modo più semplice possibile.

Nel Piano regolatore, esistono dei lotti destinati ad ospitare nuove costruzioni private. Ma per ognuna di esse, sono segnate accanto delle aree in blu, destinate invece ad essere “donate” al Comune (in cambio dell’autorizzazione a costruire) per diventare terreno pubblico, dove poter fare ciò che serve alla comunità: piazze, giardini, parcheggi o edifici destinati alla collettività. Quest’ultimi posso essere di natura amministrativa (uffici), sanitaria (punti di emergenza), scolastica o altro.

In teoria, dunque, il posto dove costruire nuove scuole – piccoli edifici adatti ad ospitare istituti di medie dimensioni – ci sarebbe. Ma il condizionale è d’obbligo. Eh si, perché quelle aeree blu possono essere utilizzate solo dopo che sia arrivata l’autorizzazione a costruire per il proprietario, nella parte a lui destinata.

Ma questo all’Isola sacra in particolare – come spesso ha evidenziato il Comitato spontaneo Isola Sacra – , e anche in altre parti del territorio, è impossibile perché le autorizzazioni a costruire sono bloccate da vincoli idrogeologici o di altra natura. Ecco dunque il filo che sbroglierebbe la matassa: se andassero via i vincoli, arriverebbero le autorizzazioni. E una volta arrivate queste, il Comune potrebbe acquisire le aree in blu. E poi destinarle agli usi più opportuni, magari approfittando di finanziamenti regionali o europei.

La domanda è semplice: esiste qualcuno in grado di trovare il bandolo della matassa? Detta in modo diverso: c’è qualche forza politica in grado di superare i vincoli esistenti, di battersi per andare oltre le chiacchiere e i divieti?

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