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Il luogo di lavoro post pandemia? Green, creativo e flessibile

L’analisi condotta dall’Osservatorio Vita-lavoro di Lifeed su 15.000 riflessioni generate da 5.000 partecipanti

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Come i lavoratori vorrebbero che fosse il loro prossimo luogo di lavoro, quello del futuro post pandemia? L’analisi condotta dall’Osservatorio Vita-lavoro di Lifeed su 15.000 riflessioni generate da 5.000 partecipanti ai percorsi formativi, rivela che il 62% delle persone esprime energia positiva e soddisfazione verso il luogo in cui sta lavorando nei mesi della pandemia. Circa un terzo dei partecipanti (il 29%) esprime invece insoddisfazione, disagio, stanchezza o scarsa energia, un dato più elevato negli over 50 (+18% rispetto agli under 50). Ma le sorprese maggiori arrivano analizzando quali sono i desiderata rispetto al posto in cui si vorrebbe lavorare in futuro. Per il 34% delle persone dovrebbero essere all’aperto, a contatto con la natura. Caratteristica sentita in eguale modo da uomini e donne, soprattutto over 50. Per il 17% delle persone lo spazio dovrebbe essere luminoso, colorato, fantasioso e creativo, anche ‘multisensoriale’. Caratteristica sentita principalmente dalle donne.

Un ambiente ampio, spazioso: caratteristica desiderata dal 16% delle persone, mentre il 15% vorrebbe lavorare in uno spazio dinamico e flessibile, anche attraverso il digitale e la tecnologia. Il 14% dei partecipanti, auspica spazi stimolanti, ricchi di occasioni di relazione, scambio e condivisione, così da poter recuperare la socialità perduta. Caratteristica sentita soprattutto dagli uomini, e generalmente comunque soprattutto da individui appartenenti alla fascia di età compresa tra i 35 e i 50 anni. Il 31% chiede rispetto, comprendendo con questo termine la gentilezza, l’inclusione e la collaborazione, importante soprattutto per la fascia under 35. Il 29% vuole la libertà, di esprimere sé stessi e la propria creatività (soprattutto per le donne, +15% sugli uomini), e di flessibilità.

Il 23% desidera il contatto con la natura, che implica in molti casi anche il rispetto della natura e dell’ambiente, importante soprattutto per gli under 35. Il 16% chiede sicurezza, l’organizzazione, l’ordine e la presenza di regole chiare, mentre il 14% desidera indipendenza, intesa come tranquillità e disponibilità di spazi personali.

“Dai dati forniti dall’Osservatorio Vita-lavoro Lifeed – afferma Luca Solari, docente di Organizzazione aziendale e risorse umane presso l’università degli studi di Milano e membro del comitato scientifico di Lifeed – emerge la necessità di recuperare la dimensioni estetica e del piacere nella progettazione degli spazi, partendo però dal design più sublime, quello della natura. Si pensa in ampiezza, integrando ambienti naturali, elementi antropici. Le nuove parole che devono definire le relazioni di lavoro sono rispetto, libertà, indipendenza ed esprimono in modo non equivoco la maturità acquisita dalle persone”.

“Non bisogna aver paura di ascoltare le persone nei momenti di cambiamento – continua Riccarda Zezza, ceo di Lifeed – se hanno la possibilità di esprimere appieno ciò che sentono nel contesto più ampio della propria vita, e di collegarlo ai desideri lavorativi, emerge che hanno aspirazioni che vanno ben oltre l’orario del cartellino e il valore del ticket restaurant. Le persone hanno in mente luoghi di lavoro che esprimano rispetto, libertà e amore per la natura. Hanno in mente un modo nuovo di lavorare”.

L’energia si manifesta principalmente attraverso: la serenità, il benessere e il senso di libertà (espresse dal 45% dei partecipanti) e il senso di sicurezza e protezione – espresso dal 15% delle persone, in particolare dalle donne (+70% rispetto agli uomini). La sensazione di insoddisfazione e disagio è collegata, in particolare, a senso di chiusura, solitudine e isolamento – anch’esso espresso maggiormente dalle persone over 50 (+19% rispetto agli under 50) – e a senso di incertezza, disorientamento e ansia, espresso dal 10% delle persone. (Fonte Adnkronos)
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