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Covid e Stato d’emergenza, Governo verso lo stop dal 31 marzo: esperti divisi

1 febbraio 2022 | 11:45
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Covid e Stato d’emergenza, Governo verso lo stop dal 31 marzo: esperti divisi

Il sottosegretario alla Salute: “Su quarta dose e green pass illimitato aspettiamo cosa dice la scienza”. Bassetti: “E’ ora di tornare alla normalità”, Andreoni: “Nessuna certezza”

Roma – “Stiamo lavorando allo stop dello stato di emergenza al 31 marzo”. Lo ha affermato Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, ospite di ‘Radio Anch’io’ Su Rai Radio 1.”La pandemia ci ha insegnato che è difficile fare previsioni a lungo termine, ma i dati in questo senso sono positivi e ci auguriamo che continuino e dobbiamo continuare con le terze dosi”, ha spiegato.

Si farà la quarta dose? “La politica non ha deciso e deve attendere le considerazioni della scienza. Al momento non è prevista”. Sull’ipotesi di un green pass senza scadenza per chi ha ricevuto la terza dose “è una scelta che la politica deve fare basandosi sulle indicazioni scientifiche”, ha aggiunto.

Per quanto riguarda la scuola, “dobbiamo assolutamente semplificare e uniformare quindi siamo procedendo con un percorso condiviso con le Regioni” e la didattica a distanza solo per gli studenti non vaccinati “è una delle ipotesi per semplificare le norme e credo che si possa arrivare a questo risultato”.

Il sottosegretario si è detto poi ottimista sul fatto che “le mascherine all’aperto si potranno togliere prima di fine marzo. Già nelle prossime settimane lo si potrà fare nelle zone bianche, non si andrà dopo la proroga del 10 febbraio. Credo che ci possano essere le condizioni, sarebbe un segnale di fiducia nei confronti degli italiani, che dopo 2 anni di restrizioni e sacrifici e dopo essersi vaccinati, abbiano bisogno di segnali positivi”.

“C’è stato un incremento eccessivo dell’uso dei tamponi. Io credo che dobbiamo arrivare a riservare il tampone per chi ha sintomi. Se l’obiettivo è arrivare a una fase endemica di convivenza con il virus, credo che questo non può che essere il risultato”.

Ciciliano (Cts): “Numeri scendono, tornare alla gestione ordinaria”

Stop allo stato di emergenza il 31 marzo? Secondo Fabio Ciciliano, medico e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), “dopo due anni i sistemi messi in campo per la gestione complessiva della pandemia possono essere ricondotti ad una gestione ordinaria”. “I numeri – spiega – sono sotto gli occhi di tutti, stanno scendendo. Dal punto di vista dei contagi il numero dei ricoveri scenderà nel prossimo futuro e il numero dei morti sarà l’ultimo a scendere e tra qualche tempo ci darà ragione del calo. L’Rt è sotto 1, siamo in una fase di regressione dell’epidemia e non espansiva”.

Quindi, rispondendo alla domanda se effettivamente lo stato di emergenza terminerà il 31 marzo come annunciato dal sottosegretario alla Salute Sileri, il medico sottolinea: “La decisione sul proseguire lo stato di emergenza è di carattere politico, io faccio il tecnico e da questo punto di vista posso esprimere solo un giudizio tecnico”.

Alle accuse di essere un Paese con una linea di severità, Ciciliano replica che “la linea è stata decisa in ambito politico e sta dando i suoi risultati siamo tra i Paesi con il più alto tasso di vaccinazione in Europa”.

Parlando infine della scuola, secondo il medico “non c’è discriminazione per gli studenti che hanno deciso di non vaccinarsi perché possono continuare a fruire delle attività didattiche in Dad riservando alla presenza chi è stato vaccinato o i guariti”.

Bassetti: “No alla proroga, bisogna svegliare l’Italia”

“Il buon senso ci dice che dopo due anni lo stato di emergenza è giusto che finisca e che si torni a vivere come facevamo prima. Io vorrei che si passasse dalla fase in cui ci si riempie la bocca sulla convivenza con il virus a quello in cui lo si fa veramente”. Lo sottolinea Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Lo stato d’emergenza, in scadenza il 31 marzo, secondo l’esperto non va prorogato.

“Perché un Paese che ha una buona parte dei bambini delle scuole elementari in Dad, per contatti con un compagno che aveva un raffreddore, non sta convivendo con Covid. Se io per camminare sul lungomare devo mettermi la mascherina vuol dire che non è una Paese che non convive con il virus. Levare lo stato di emergenza servirà per cambiare la testa delle persone. Il pericolo oggi è la rassegnazione delle persone, il pessimismo che hanno. E questo lo vedo ogni giorno, pochi che viaggiano o vanno al cinema e al teatro. L’Italia è depressa psicologicamente, non è tutto finito ma dobbiamo uscire dall’emergenza”.

“Quindi tamponi solo ai sintomatici, basta Dad, dobbiamo svoltare. Anche ieri si poteva far di più con l’obbligo della mascherina all’aperto e dire che da subito finiva questa regola che abbiamo visto con Omicron non è servita”, ha rimarcato Bassetti.

Andreoni: “La politica scalpita ma nessuna certezza”

La possibilità che lo stato di emergenza termini il 31 marzo “è oggi solo un auspicio, nessuno può avere la palla di vetro e dare la certezza. Neanche i politici che scalpitano molto su questo”. Così Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), frena sullo stop dallo stato di emergenza dopo l’annuncio del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che ieri aveva aperto alla possibilità di chiudere questa fase il 31 marzo.

“Questa pandemia ci ha insegnato che conviene procedere con cautela – rimarca Andreoni – in passato infatti abbiamo dovuto ritrattare. Ci sono esigenze di tipo sociale ed economico, comprensibili, ma ad oggi la chiusura dello stato di emergenza è nell’alveo della probabilità e non delle certezza. Dobbiamo – conclude – monitorare la bontà del calo dei casi e capire, sul fronte varianti, come stanno andando le cose”. (fonte Adnkronos)