Il Fatto

Covid e scuola, nuovo Decreto: cambiano (ancora) le regole per la quarantena e la Dad

2 febbraio 2022 | 18:55
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Covid e scuola, nuovo Decreto: cambiano (ancora) le regole per la quarantena e la Dad

Si introduce ‘divaricazione’ tra vaccinati e non dai 6 anni in su. Come cambiano le regole per la scuola

Roma – Più scuola in presenza e meno didattica a distanza secondo le nuove regole covid per vaccinati e non vaccinati – tra quarantena, dad, contatti con positivi – che dovrebbero entrare in vigore il 7 febbraio. Questa la linea seguita dalla cabina di regia con il premier Mario Draghi sulla misure. Con una novità: la “divaricazione” tra vaccinati e non dai 6 anni in su. Nel dettaglio: per la scuola dell’infanzia, dai 0 ai 6 anni, si resta in presenza fino al quinto caso di positività in classe.

Per la primaria fino a 5 casi in classe non succede nulla, dal sesto vanno in dad per 5 giorni solo i non vaccinati e per la scuola secondaria fino a 2 casi in classe si resta in presenza, dal terzo vanno in dad per 5 giorni solo i non vaccinati. Le nuove regole dovrebbero entrare in vigore da lunedì 7 febbraio.

Cambiano le regole sulla scuola, ma non la durata della quarantena – fissata in 10 giorni – per chi ha contagi in classe ed è costretto alla Dad. Nei giorni scorsi si era parlato di accorciare a 5 giorni la quarantena per gli studenti, il Governo avrebbe invece deciso di mantenere la durata attuale, fissata appunto in 10 giorni. (fonte Adnkronos)

Anief: “Così i contagi aumenteranno. Bisogna aumentare gli spazi”

È stato approvato dal CdM il nuovo decreto con le nuove misure anti-Covid per la scuola e sulla durata del Green pass: il decreto è composto da 6 articoli. Le nuove quarantene prodotte sulla base dei consigli del Comitato tecnico scientifico prevedono il passaggio alla Dad in presenza di un numero di contagi sempre più alto; inoltre, la durata della quarantena sarebbe sempre più ridotta, addirittura dimezzata. Gli alunni non vaccinati, invece, manterrebbero la durata di 10 giorni di quarantena: secondo il sindacato Anief si tratta di una discriminazione che colpisce dei giovani in formazione, andando a ledere il loro sacrosanto e primario diritto allo studio.

“Queste disposizioni confermano tutte le nostre perplessità sulla gestione della pandemia nelle scuole – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché invece di ripartire tutti in Dad dopo le feste natalizie si è preferito riaprire le classi portando in Dad un numero altissimo di alunni, contagiati o reputati contatti stretti. Siccome il numero di casi non è tanto trascurabile così come ha detto il Ministero un paio di settimane fa, ora si alza il numero di contagi. Ma in questo modo si mette ancora più a rischio la salute di chi sta nelle scuole, personale compreso. Anche perché è assodato che le vaccinazioni obbligatorie volute sempre dal Governo non servono a evitare il Covid e nemmeno a non trasmetterlo. Così – conclude Pacifico – invece di ammettere l’errore, aumentare gli spazi e il personale, dimezzare il numero di alunni per classe, adesso il Governo sta peggiorando la situazione”.