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Pesca nel Lazio, Simeone (FI): “Settore piegato dalla crisi. Bisogna dare risposte al comparto”

9 febbraio 2022 | 18:44
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Pesca nel Lazio, Simeone (FI): “Settore piegato dalla crisi. Bisogna dare risposte al comparto”

“Serve l’immediato insediamento un tavolo interistituzionale”

“In consiglio regionale oggi si è discusso della “Crisi del settore della pesca nel Lazio”. Un tema che deve essere affrontato in un’ottica costruttiva e lungimirante per dare risposte ad un settore che sta attraversando una profonda crisi strutturale. Emergenza che sta sottraendo una risorsa importantissima all’economia della nostra regione che fino ad una ventina di anni fa, proprio nella pesca, trovava un settore di punta e di traino del proprio Pil”. Lo dichiara in una nota il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale del Lazio Giuseppe Simeone.

“Oggi le città del Lazio che affacciano sul mare, – spiega il Capogruppo –  da Civitavecchia ad Anzio, passando per Nettuno, Latina, Terracina, Formia, Gaeta, per citarne solo alcune, stanno assistendo ad un costante impoverimento di questo comparto con il crollo di risorse umane e professionali e la cancellazione di tutte quelle imprese, soprattutto di piccole dimensioni e a conduzione familiare, che dal mare e nel mare traevano la propria sussistenza. A questo si è aggiunta la crisi pandemica che ha comportato una incisiva diminuzione delle attività, della produzione ed il drastico calo dei prezzi dei prodotti. Purtroppo per la pesca non sono stati attuati piani di salvaguardia, rilancio e sostegno. Così come è impossibile non rilevare che mancano scelte e leggi di riferimento per questo comparto. In questo contesto non può sfuggire come la materia risulti essere complessa considerato che non si può ragionare solo in termini europei, come accade per l’agricoltura, ma è necessario confrontarsi con tutti i Paesi che in questo mare si affacciano.

Esemplificativo il caso della condivisibile decisione europea di ridurre, con il cosiddetto fermo biologico, ulteriormente per il 2022 la pesca nel Mediterraneo mentre gli altri attori che operano nel mare nostrum vanno avanti indisturbati incidendo negativamente non solo sulla tutela della ripopolazione di alcune specie ittiche ma anche sull’economia italiana e di chi tali scelte le rispetta. Come istituzioni abbiamo il dovere di intervenire e di farlo con rapidità. Per questo credo sia necessario prendere spunto da quanto emerso in consiglio regionale ed attivarsi rapidamente per l’istituzione di tavolo interistituzionale sulla crisi del comparto in cui affrontare le criticità e formulare delle proposte da sottoporre all’analisi e al vaglio dell’aula al fine di definire misure adeguate per sostenere l’occupazione e il comparto, investire in tecnologie e processi innovativi, limitare i danni ecologici e combattere la pesca illegale. Questi gli assi prioritari da cui far emergere una strategia regionale di rilancio del settore della pesca, in linea con quanto dettato dalle regole europee ma anche con quella che viene definita “Transizione blu”.

“Proprio in tale contesto – conclude Simeone –  sono soddisfatto dell’approvazione dell’ordine del giorno, di cui sono primo firmatario, che ha trovato ampia condivisione nei colleghi di maggioranza ed opposizione con cui diamo mandato alla giunta di predisporre, fermo restando le iniziative già esistenti, un emendamento da inserire nella Proposta di legge regionale sulla Blue Economy, in discussione in questi giorni alla Pisana, con il quale si introducono meccanismi premiali o bonus per i pescatori che raccolgono e riportano a terra plastica ed altri materiali al fine di incentivare la pulizia delle nostre acque. Il tempo è un valore che non possiamo permetterci di perdere e che ci impone di agire con risoluzione e urgenza per salvaguardare una delle risorse principali del nostro territorio quale la pesca ed il relativo indotto rappresentano”.

Righini (FdI): “Creare un rapporto da aggiornare preodicamente”

Il comparto Pesca rischia di affondare, penalizzato da una crisi che appare irreversibile. Tra le tante cause, il mancato aggiornamento di studi ed approfondimenti scientifici su cui si basano le scelte di governo in materia. Ad oggi il legislatore nazionale e regionale non dispone di una documentazione che rappresenti l’attualità delle condizioni di questo importante settore di produzione alimentare”. Così in un comunicato Giancarlo Righini consigliere regionale del Lazio di Fdi e vicepresidente della Commissione Regionale Agricoltura e Ambiente.

“Proprio per ovviare a tale carenza Fdi ha presentato oggi un Odg – spiega il Consigliere – di cui sono primo firmatario. L’atto approvato dal Consiglio Regionale, impegna la Giunta ad affidare a un Istituto Scientifico la redazione di un rapporto dettagliato. Una sorta di “Rapporto Pesca 2022” da aggiornare periodicamente, che sarà strumento imprescindibile per dotare la Regione ed il Governo delle conoscenze necessarie a stilare un programma di rilancio del comparto ittico. Un dispositivo calibrato sia sul sostegno all’attività imprenditoriale e del mantenimento dell’alta qualità del prodotto nostrano, che sulla la tutela del mare, del suo eco sistema così come del suo valore ambientale e paesistico”.

Capolei (FI): “Investire nel settore della pesca per tutelare il mare e i lavoratori”

“I pescatori professionali, spesso incolpati a torto dello svuotamento dei nostri mari, sono invece la più grande risorsa per la cura e la salvaguardia del mare, perché è proprio grazie al mare che lavorano e vivono. Oggi però i professionisti di questo settore necessitano di un aiuto immediato da parte delle istituzioni per fronteggiare le numerose difficoltà emerse negli ultimi anni”. Lo dichiara in una nota stampa il consigliere regionale del Lazio, Fabio Capolei.

“Oltre al mese di fermo biologico, – spiega il Consigliere –  nel corso dell’anno, i pescatori, sono obbligati ad un ulteriore stop di circa 37 giorni, che nel 2022 aumenteranno a oltre 40, ovvero quasi tre mesi di inattività. A questo si aggiunge l’aumento del costo del carburante, di circa il 67%, le spese per gli stipendi del personale impiegato, i costi per la manutenzione di mezzi e imbarcazioni, e la concorrenza con il pesce a basso costo importato dall’estero.

Uno scenario che rischia di far sparire molte attività e che danneggia il made in Italy. Per questo, in occasione del Consiglio regionale straordinario dedicato alla crisi della pesca professionale, abbiamo chiesto alla Regione Lazio di investire in questo mestiere, per tutelare e valorizzare i nostri mari e per sostenere i tanti lavoratori coinvolti e le loro famiglie”.
(Il Faro online)