Il monito del Papa: “Porgere l’altra guancia non è un ripiego da perdenti”

20 febbraio 2022 | 12:28
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Il monito del Papa: “Porgere l’altra guancia non è un ripiego da perdenti”

All’Angelus il richiamo all’Occidente: “Com’è triste, quando popoli fieri di essere cristiani vedono gli altri come nemici e pensano a farsi guerra!”

Città del Vaticano – “Porgere l’altra guancia non significa subire in silenzio, cedere all’ingiustizia, non è il ripiego del perdente, ma l’azione di chi ha una forza interiore più grande, che vince il male col bene, che apre una breccia nel cuore del nemico, smascherando l’assurdità del suo odio. Non è dettata dal calcolo, ma dall’amore. Cari fratelli e sorelle, è l’amore gratuito e immeritato che riceviamo da Gesù a generare nel cuore un modo di fare simile al suo, che rifiuta ogni vendetta”.

Affacciato su una piazza San Pietro gremita di fedeli, Papa Francesco commenta così il brano odierno del Vangelo, in cui Gesù dice ai suoi discepoli: “Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano” e “A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra”.

“Il Signore – spiega Papa Bergoglio – si riferisce alle situazioni più difficili, quelle che costituiscono per noi il banco di
prova, quelle che ci mettono di fronte a chi ci è nemico e ostile, a chi cerca sempre di farci del male. In questi casi il discepolo di Gesù è chiamato a non cedere all’istinto e all’odio, ma ad andare oltre, molto oltre”.

Ma è possibile che una persona giunga ad amare i propri nemici? “Se dipendesse solo da noi, sarebbe impossibile – fa notare il Santo Padre -. Ma ricordiamoci che, quando il Signore chiede qualcosa, vuole donarla. Quando mi dice di amare i nemici, vuole darmi la capacità di farlo”. Francesco ricorda quindi Sant’Agostino, che così pregava: “Signore, dammi ciò che chiedi e chiedimi ciò che vuoi” (Confessioni, X, 29.40). Cosa chiedergli? Per il Pontefice, “Dio è contento di donarci la forza di amare, che non è una cosa, ma è lo Spirito Santo. Con lo Spirito di Gesù possiamo rispondere al male con il bene, possiamo amare chi ci fa del male. Così fanno i cristiani”.

Poi un monito implicito all’Occidente, sull’orlo di una guerra (leggi qui) “Com’è triste, quando persone e popoli fieri di essere cristiani vedono gli altri come nemici e pensano a farsi guerra!”

Infine, Francesco invita tutti a pensare “a una persona che ci ha fatto del male. Forse c’è del rancore dentro di noi. Allora, a questo rancore affianchiamo l’immagine di Gesù, mite, durante il suo processo. E poi chiediamo allo Spirito Santo di agire nel nostro cuore. Preghiamo per quella persona: pregare per chi ci ha trattato male è la prima cosa per trasformare il male in bene”.

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