venti di guerra |
Esteri
/

Ucraina, colpi di mortaio nella notte: uccisi due soldati. Zelensky: “I confini restano gli stessi”

22 febbraio 2022 | 10:39
Share0

L’Ucraina “vuole la pace”, ha ribadito il presidente ucraino, dicendo di “aspettarsi chiare ed effettive misure di sostegno da parte dei nostri partner”

Kiev – Dopo l’arrivo delle truppe di Mosca nelle repubbliche filorusse (leggi qui), due soldati ucraini sono stati uccisi nella notte e altri 12 sono rimasti feriti da colpi di mortaio. E’ quanto si legge nel rapporto di questa mattina delle Forze congiunte ucraine diffuso dal ministero della Difesa. Sono 84 le violazioni segnalate da Kiev del cessate fuoco nelle ultime 24 ore compiute dalle forze filo-russe. In 64 violazioni sono state usate armi proibite dagli Accordi di Minsk.

Nel frattempo, il presidente ucraino Voldymyr Zelensky, in un discorso alla nazione. afferma che “i confini internazionali dell’Ucraina resteranno gli stessi”, nonostante il riconoscimento da parte russa delle Repubbliche di Luhansk e Donetsk. “Non cederemo niente a nessuno”, ha aggiunto, ribadendo di essere “un sostenitore di una soluzione politica e diplomatica”. “Siamo dedicati a un percorso pacifico e diplomatico, siamo sulla nostra terra. Non abbiamo paura di niente e di nessuno, non dobbiamo niente a nessuno, non cederemo niente a nessuno”, ha detto ancora.

L’Ucraina “vuole la pace”, ha ribadito il presidente ucraino, dicendo di “aspettarsi chiare ed effettive misure di sostegno da parte dei nostri partner”. Poi Zelensky ha accusato la Russia di aver distrutto ogni sforzo di pace e gli “esistenti formati negoziali”. “Non è febbraio del 2014 – ha continuato, in un riferimento alla rivolta di piazza Maidan – ma febbraio del 2022. E’ un Paese diverso, c’è un esercito diverso, c’è un unico obiettivo, la pace”. Le azioni russe per il riconoscimento delle repubbliche separatiste, ha aggiunto, rappresentano “una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale”.

“Chiediamo alla Russia di cancellare la decisione sul riconoscimento e di tornare al tavolo negoziale”, ha affermato l’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, durante la riunione di emergenza dell’esecutivo Onu. “Condanniamo l’ordine di dispiegamento di truppe addizionali nei territori dell’Ucraina. Chiediamo un ritiro immediato, completo e verificabile delle truppe di occupazione”.

La decisione di Mosca di riconoscere le Repubbliche autoproclamate di Luhansk e Donetsk ricalca quanto già fatto dalla Russia in Georgia nel 2008 con il riconoscimento di Ossezia del sud e Abkhazia, ha poi sottolineato Kyslytsya. “Oggi il Cremlino ha copiato e incollato parola per parola il decreto della Georgia del 2008”, ha aggiunto, alzando un foglio stampato. “Nessuna creatività”, ha aggiunto. “La fotocopiatrice del Cremlino funziona molto bene”.

Le decisioni prese da Mosca in merito alle Repubbliche dell’est dell’Ucraina sono state attuate per prevenire uno ‘spargimento di sangue’ e ‘proteggere e preservare’ i residenti di quelle regioni. A dichiararlo è stato l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vasili Nebenzia, citato dalla Tass. Nebenzia ha giustificato il riconoscimento russo di Donetsk e Luhansk sostenendo che l’Ucraina stava “parlando con i propri cittadini nell’est del paese con un linguaggio fatto di cannoni, spari, minacce e bombardamenti”. “Più e più volte, abbiamo chiesto a Kiev di ascoltare le aspirazioni delle persone che vivono nel Donbass e dei residenti di lingua russa del paese, di rispettare il loro desiderio completamente legittimo di usare la loro lingua madre e di insegnare quella lingua ai loro figli”, ha dichiarato ancora il diplomatico, citato dalla Cnn.

In ogni caso “siamo ancora aperti alla diplomazia, a una soluzione diplomatica, ma non intendiamo più permettere un nuovo massacro sanguinoso”, ha sottolineato Nebenzia. “Ora – ha dichiarato intervenendo al Palazzo di Vetro – è importante concentrarsi su come evitare la guerra e costringere l’Ucraina a fermare i bombardamenti e le provocazioni contro Donetsk e Luhansk”. Nonostante ciò, ha chiarito, la Russia “rimane aperta alla diplomazia”. “Kiev non solo è tornata molto rapidamente alla retorica militante e ha continuato a bombardare i civili, ma ha anche fatto di tutto per sabotare e infine distruggere gli accordi di Minsk”, ha affermato.

Allo stesso tempo però la Russia ha minacciato l’Ucraina di ulteriori conseguenze in caso di “piani militari” a seguito del riconoscimento di Donetsk e Luhansk da parte del Cremlino. Intervenendo al Palazzo di Vetro a New York, l’ambasciatore russo Nebenzia ha detto che Kiev aveva in programma di bombardare e provocare Luhansk e Donetsk.

A seguito del riconoscimento delle due regioni da parte di Mosca, ciò potrebbe avere “conseguenze estremamente pericolose”, ha affermato in una riunione di emergenza dell’esecutivo Onu. Nebenzia ha accusato la dirigenza ucraina per la escalation delle tensioni. Il “rifiuto netto” di Kiev di parlare direttamente con i leader separatisti nel Donbass – ha affermato – dimostra che l’Ucraina non intende adempiere alla sua parte degli accordi di Minsk. Per evitare la guerra, ha concluso, l’Ucraina deve essere costretta a porre fine alle sue “provocazioni”.

In arrivo sanzioni per Mosca

Il riconoscimento da parte della Russia delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk “non rimarrà senza risposta”, avevano avvertito subito Stati Uniti e diversi Paesi Ue. Il presidente russo Vladimir Putin ha deciso ”un’invasione su larga scala dell’Ucraina” e per questo la Gran Bretagna è pronta già oggi con una ”prima raffica di sanzioni economiche contro la Russia” che ”faranno molto male”, ha detto oggi dal canto suo il primo ministro britannico Boris Johnson al termine della riunione straordinaria del comitato Cobra. Pronto, quindi, un “pacchetto immediato di sanzioni internazionali” necessario dopo che Putin ”ha stravolto completamente il diritto internazionale”.

Tra le sanzioni previste, alcune saranno “nella stessa Russia, prendendo di mira gli interessi economici russi il più duramente possibile” e colpiranno “gli interessi economici che hanno sostenuto la macchina da guerra russa”. Ulteriori misure potrebbero essere decise nel caso di una invasione su larga scala. Johnson ha spiegato che ulteriori dettagli saranno forniti alla Camera dei Comuni nelle prossime ore.

Le sanzioni, ha spiegato il premier britannico, ”colpiranno la Russia molto duramente e c’è molto di più che faremo in caso di invasione”. Quello che è certo è che ”alle società russe verrà impedito di raccogliere capitali sui mercati finanziari del Regno Unito”.

“Approfittando del fatto che quasi tutti i ministri degli Esteri sono qui, ho convocato un Consiglio Affari esteri d’urgenza qui a Parigi, dopo la riunione sull’Indo Pacifico. E’ un Consiglio d’urgenza informale, un Gymnich, che prenderà decisioni sulla risposta europea” alle ultime mosse della Russia, che assumerà la forma delle sanzioni”, ha affermato l’Alto rappresentante Josep Borrell, a Parigi. “I ministri – ha aggiunto Borrell – ne discuteranno la portata, su mia proposta. Le sanzioni sono competenza del Consiglio, che decide su proposta dell’Alto rappresentante. La decisione va presa all’unanimità e sono sicuro che verrà presa all’unanimità. Non vuol dire che oggi prenderemo tutte le decisioni, ma prenderemo quelle immediate”.

“Le truppe russe – ha quindi sottolineato – sono entrate nel Donbass, che consideriamo parte del territorio ucraino. Non è un’invasione piena, ma le truppe russe sono su suolo ucraino”.

”L’attacco unilaterale all’integrità territoriale dell’Ucraina e la totale violazione del diritto internazionale da parte della Russia giustifica nuove, severe, sanzioni”, ha scritto su Twitter la presidente del Parlamento europeo Roberta Mestola. ”Non lasceremo il popolo ucraino ai loro aggressori. La posizione del Parlamento europeo è chiara: siamo a fianco dell’Ucraina”, ha aggiunto.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha intanto già firmato l’ordine esecutivo con cui blocca gli investimenti, le attività economiche e finanziarie in Donbass, dopo il riconoscimento di Luhansk e Donetsk. L’ordine esecutivo proibisce nuovi investimenti, commercio e finanziamenti da parte di cittadini statunitensi nelle o dalle cosiddette repubbliche di Donetsk e Luhansk. Questo ordine darà anche l’autorità di “imporre sanzioni su ogni persona determinata a operare in quelle aree dell’Ucraina”. La nota diffusa nella serata dalla Casa Bianca precisa che “queste misure sono superate e saranno un aggiunta alle rapide e severe misure economiche che stiamo preparando in coordinamento con gli alleati e i partner se la Russia invaderà l’Ucraina”. (fonte Adnkronos)