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Fiumicino, nuovo Porto turistico e riqualificazione del Vecchio Faro. Satta: “Sì alla novità, ma che sia al servizio della città”

24 febbraio 2022 | 16:04
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Fiumicino, nuovo Porto turistico e riqualificazione del Vecchio Faro. Satta: “Sì alla novità, ma che sia al servizio della città”

“C’è bisogno di un progetto economicamente valido per chi lo mette in campo e vantaggioso per la città”

Fiumicino – “Sull’area del Vecchio Faro bisogna fare chiarezza: il progetto iniziale prevedeva un approdo per imbarcazioni da diporto di varie dimensioni, oggi stante il nuovo scenario con la Royal Caribbean in campo, si discute – spesso a vanvera – di nuove  destinazioni che spaventano e fanno  organizzare manifestazioni di piazza”. A parlare è Luigi Satta, già delegato del sindaco per la pesca e la portualità.

“È necessario un approfondimento della logistica della concessione. I tecnici conoscono bene le peculiarità dello specchio acqueo e delle batimetriche costanti, ed è acclarato che le navi da Crociera non possono accostarsi, né è possibile ipotizzare un porto per loro.

La realizzazione del progetto infatti – spiega Satta – prevede due antimurali a difesa dei venti di traversia sud ovest – ovest- e nord ovest, in pratica libeccio, ponente e maestrale; con questi venti, si formano le grandi onde che sono di ostacolo per la navigazione e, specialmente, per l’entrata in questi porti costruiti su fondali melmosi. All’entrata, infatti, non si potrà superare la batimetrica che può oscillare dai 5 ai 9 metri. Senza considerare eventuali insabbiamenti all’entrata, come accade al vicino porto di Roma a Ostia. Vale la pena ricordare che a Civitavecchia, fuori il porto, ci sono fondali di 30 metri e all’interno da 10 a 18 metri.

Superato lo scoglio dell'(im)possibile arrivo di navi da crociera, parliamo del resto. Non credo sia sbagliato pensare a una risistemazione, sempre nel rispetto dell’ambiente, dell’intera zona, prevedendo servizi ai grandi Yacht che potranno, quelli sì, attraccare. Chi insiste per mantenere l’esistente non capisce che così non si crea nuova economia per il territorio, né l’utilizzo di ciò che c’è, seppur risistemato, può rappresentare un’opportunità per la città.

C’è bisogno – prosegue – di un progetto economicamente valido per chi lo mette in campo e vantaggioso per la città, includendo la definitiva sistemazione di tutta la zona limitrofa e del Vecchio Faro, con la riaccensione della lanterna per destinare il plesso ad appuntamenti culturali, street food con prodotti del comune e del Lazio e, come detto, un’ampia zona a servizio degli Yacht.

Chi va in barca, resta in barca, non va certo in albergo; ma compra a terra tutti i prodotti locali. Dal vino al pesce, dalle verdure alla carne, senza considerare l’indotto di lavoro che la manutenzione di un porto destinato non alle crociere ma alle grandi barche può portare.

Ecco perché è sbagliato gridare al mostro ogni qualvolta si affacci un progetto sul territorio. L’importante è che siano seguiti i progetti collaterali, di servizio alla città, e non siano messi davanti al bene della collettività interessi privati – conclude Satta -, che siano dei grandi armatori esteri piuttosto che di piccoli proprietari locali”.

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