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Guerra in Ucraina, oggi i negoziati. Ma Putin allerta il sistema di difesa nucleare

27 febbraio 2022 | 19:34
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Guerra in Ucraina, oggi i negoziati. Ma Putin allerta il sistema di difesa nucleare
Guerra in Ucraina, oggi i negoziati. Ma Putin allerta il sistema di difesa nucleare
Guerra in Ucraina, oggi i negoziati. Ma Putin allerta il sistema di difesa nucleare

Svolta dopo la telefonata tra Zelensky e Lukashenko. L’incontro sul confine con la Bielorussia. Kuleba “Esito può essere la pace”. Più scettico il presidente ucraino

Mosca – Guerra Ucraina-Russia, spazio per il dialogo. Si terranno questa mattina i colloqui tra le delegazioni russa e ucraina sul confine della Bielorussia. Lo ha annunciato il vice ministro dell’Interno di Kiev, Evgeny Yenin. La decisione di Kiev di inviare una delegazione nel Paese è arrivata dopo la telefonata tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko: “Abbiamo convenuto – ha spiegato Zelensky – che la delegazione ucraina si sarebbe incontrata con la delegazione russa senza precondizioni al confine ucraino-bielorusso, vicino al fiume Pripyat. Alexander Lukashenko si è assunto la responsabilità di garantire che tutti gli aerei, elicotteri e missili di stanza sul territorio bielorusso rimangano a terra durante il viaggio, i colloqui e il ritorno della delegazione ucraina”.

Da parte sua il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha sottolineato che “non c’è niente di male nel parlare e se il risultato è la pace sarà la benvenuta. Ma non ci arrenderemo, non capitoleremo, non cederemo neanche un centimetro del nostro territorio. Non è questo l’obiettivo della nostra lotta”.

“Kiev – ha spiegato – ascolterà ciò che la Russia ha da dire e discuterà del ritiro dei soldati russi dall’Ucraina per porre fine all’occupazione”. “Dopo diverse battute d’arresto subite dall’esercito russo, hanno annunciato di essere pronti a discutere senza precondizioni. Questa è una vittoria per l’Ucraina”, ha aggiunto nel corso di un punto stampa. “Il blitz russo – ha detto ancora – è fallito, non hanno raggiunto alcun importante obiettivo strategico. Stiamo sanguinando, ma stiamo infliggendo perdite disastrose ai russi”.

Ad arrivare per primi i russi che già ieri mattina – come annunciato dal Cremlino – erano presenti nel Paese con una delegazione che comprende, tra gli altri, rappresentanti dei ministeri degli Esteri e della Difesa. Ad annunciare la notizia della partecipazione di Kiev, il consigliere di Vladimir Putin e capo della delegazione russa, Vladimir Medinsky.

In precedenza Zelensky aveva rifiutato l’offerta di negoziare in Bielorussia da dove, ancora questa mattina, erano stati lanciati missili all’indirizzo dell’Ucraina. ”Certo, vogliamo la pace. Vogliamo incontrarci, vogliamo la fine della guerra. Varsavia, Bratislava, Budapest, Istanbul, Baku. Queste le città che abbiamo offerto alla parte russa”, aveva detto Zelensky.

”Qualsiasi altra città va bene, qualsiasi paese dove i missili non volano. Questo è l’unico modo per negoziare onestamente e porre fine davvero alla guerra”, aggiungeva, spiegando come Minsk fosse stata scelta come possibile piattaforma per i negoziati non dall’Ucraina o dalla Bielorussia, ma dalla leadership russa. “Se non ci fossero azioni aggressive dal tuo territorio, potremmo parlare a Minsk, nella tua città. Quando eri neutrale, abbiamo parlato a Minsk”, aveva quindi detto Zelensky rivolgendosi al popolo bielorusso.

Il portavoce del presidente ucraino aveva quindi smentito – riferiva Gazet-ru- la notizia diffusa dai giornalisti di Ria Novosti accreditati al Cremlino secondo cui Kiev aveva accettato la cittadina di Gomel come sede delle trattative con Mosca.

Mosca ha nel frattempo reso noto che l’operazione militare non sarà sospesa durante le trattative, contrariamente a quanto invece era stato proposto ieri e che la sua delegazione ai negoziati di Gomel sarà guidata dall’ex ministro della Cultura, Medinsky.

Non solo: il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato alle Forze armate di mettere in stato di massima allerta le forze di difesa nucleare, dopo “le dichiarazioni aggressive” da parte della Nato in relazione alla guerra tra Russia e Ucraina. Lo scrive l’agenzia di stampa russa Sputnik. “Alti funzionari di grandi nazioni Nato si abbandonano a dichiarazioni aggressive sul nostro Paese – ha dettp Putin – Per questo ho ordinato al ministro della Difesa ed al capo di Stato maggiore di mettere le forze di deterrenza dell’Esercito russo in regime speciale di servizio da combattimento”.

Le sanzioni stanno spingendo Mosca verso la terza guerra mondiale, ha sottolineato contemporaneamente il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko, citato dall’agenzia Belta. “In questa situazione, si deve capire una cosa: alcune sanzioni sono peggio di una guerra. Ora si parla molto di sanzioni contro il settore bancario. Gas, petrolio, swift. Questo sta spingendo la Russia verso una terza guerra mondiale. Quindi dobbiamo mostrare moderazione per non finire nei guai. Perché una guerra nucleare sarebbe un disastro”, ha detto Lukashenko.

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha espresso forte preoccupazione per l’annuncio del presidente russo Vladimir Putin di voler mettere in allerta le forze di deterrenza. L’annuncio dimostra “la gravità” della situazione, ha detto Stoltenberg raggiunto dalla Bbc. Putin ha parlato di “forze di deterrenza”, in riferimento alle forze nucleari.

“Il presidente Putin sta continuando l’escalation di questa guerra in una maniera che è totalmente inaccettabile e dobbiamo continuare ad arginare le sue azioni nel modo più forte possibile”, ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas Greenfield, parlando con la Cbs.

“L’alternativa alle sanzioni contro la Russia per punirla per l’invasione dell’Ucraina sarebbe l’inizio della Terza guerra mondiale”, aveva affermato questa notte il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

“Ci sono due opzioni – ha sottolineato Biden, in un’intervista al podcaster Brian Tyler Cohen -. Iniziare la Terza guerra mondiale, andare alla guerra con la Russia, in sostanza. O far sì che il Paese che agisce contro la legge internazionale finisca per pagare un prezzo per quello che ha fatto”.

Il presidente russo Putin, attaccando l’Ucraina, “sta ottenendo esattamente l’effetto opposto di quello che voleva. Il mio obiettivo dall’inizio era tenere unite la Nato e l’Ue. Perché Putin pensava di poter dividere la Nato, creando un varco a lui utile. E questo non è successo”.

Il presidente Usa ha anche previsto che la Russia pagherà un prezzo elevato sia nel breve che nel lungo termine per l’invasione dell’Ucraina, aggiungendo che la guerra sta riavvicinando l’Europa e la Nato.

La decisione di Vladimir Putin di ordinare lo stato di massima di allerta delle forze di deterrenza, ha detto all’Abc la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, rientra nella strategia del Cremlino di un’escalation non provocata e di “minacce fabbricate”. Si tratta, aggiunge, di “uno schema che abbiamo visto da parte del presidente Putin durante questo conflitto, che è quello di fabbricare minacce che non esistono per giustificare un’ulteriore aggressione e la comunità globale e il popolo americano dovrebbero guardarvi attraverso questo prisma”. Dinanzi a questo schema, ha assicurato Psaki, “abbiamo la capacità di difenderci, ma dobbiamo anche rispondere a quello che vediamo dal presidente Putin”. (fonte Adnkronos)