Scuola, l’appello di Anief: “Stop all’obbligo vaccinale che lascia a casa studenti e personale”
Marcello Pacifico: “La nostra è una battaglia di libertà e di democrazia, intervenga la politica”
“Dal 1° aprile, ma secondo noi anche da domani, andrebbe cancellata la norma che divide personale e alunni tra vaccinati e non: tutto questo ha portato ad avere a casa anche un milione di studenti, più 10mila docenti e amministrativi. Con la fine dello stato di emergenza si deve cancellare questo obbligo: mando un appello a chi di dovere per cancellare l’obbligo vaccinale, perché c’è un problema di legittimità sull’obbligo, con dubbi espressi anche da diversi giuristi”. A dirlo è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, durante una diretta trasmessa sui canali social del sindacato, con grande successo di partecipazione.
Sull’obbligo vaccinale e sui lavoratori sospesi dal servizio, i principi di discrezionalità e discriminazione stanno mettendo in risalto i dubbi espressi dall’Anief: Pacifico ha ricordato che il giudice del tribunale di Padova ha per primo sollevato dei dubbi sulla questione della legittimità costituzionale a proposito dell’obbligo delle certificazioni vaccinali, esprimendosi negativamente sulla legittimità della normativa italiana ritenuta in contrasto con la norma comunitaria.
Il sindacalista ha anche ricordato che il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta urgente di annullamento dell’obbligo vaccinale per i 7mila sospesi della scuola, rinviando però al merito la questione di legittimità costituzionale, peraltro già posta dal Tar Lombardia. Intanto, la questione per l’annullamento urgente della sospensione del personale sanitario è stata accolta dal Tar Lombardia che dopo avere chiesto accertamenti sulla misura sulla proporzionalità, nel tempo e nel pericolo, riguardo gli effetti del vaccino sugli individui, pubblicherà a breve l’ordinanza di remissione alla Consulta di una norma (la Legge 3 del 21 gennaio 2022) già rimessa dal Tribunale di Padova alla Corte di giustizia europea per contrasto con la norma comunitaria. A questo proposito, il sindacato Anief si costituirà con in Corte costituzionale mentre sono in corso di deposito doversi ricorsi nei tribunali del lavoro sempre contro la sospensione e per la remissione in Corte di giustizia europea.
Guardando fuori dall’Italia, il presidente Anief ha ricordato che l’obbligo “rimane solo in un paio di Paesi in Europa, come l’Italia, ma nella maggior parte è venuto meno. Quando qualcosa è scientificamente dimostrato – ha continuato – , non ci sono colori di determinati Paesi a cambiare la realtà. Si vive di azioni, per questo abbiamo chiesto al tribunale di assegnare la metà dello stipendio ai lavoratori sospesi: ci siamo rivolti anche al presidente della Repubblica, ma si deve affrettare perché i 120 giorni massimi stanno per scadere”.
“Intanto – ha detto ancora Pacifico – stiamo continuando a presentare ricorsi al giudice del lavoro solo per il personale scolastico, così da avere davanti un ampio ventaglio di possibilità per far disapplicare la norma dal giudice nazionale: è un po’ quello che è accaduto con il reclutamento dei precari, con una prima sentenza a cui hanno fatto seguito tutte le altre. La nostra – ha concluso – è una battaglia di libertà e di democrazia: dobbiamo seguire la via giudiziaria, ma chiediamo alla politica di intervenire subito, perché le persone con lo stipendio ci vivono”.
Il leader del giovane sindacato autonomo ha quindi ricordato che “a settembre continueremo ad avere classi sovraffollate e anche senza il Covid il problema continuerà a compromettere la didattica. Servono, certamente, strumenti come la ventilazione automatica, dei sistemi innovativi”, ha sottolineato il presidente Anief.
Continua, nel frattempo l’azione incessante del sindacato. Anief ha svolto anche un webinar, rivolto ai soci e a tutto il personale scolastico, sui tanti quesiti e dubbi a proposito della mobilità 2022. Sempre oggi, Anief ha anche proclamato lo sciopero generale per il prossimo 25 marzo: sarà interessato tutto il personale docente, Ata ed educativo, a tempo indeterminato e a tempo determinato, in servizio nelle istituzioni scolastiche ed educative. Tra i tanti motivi della protesta, scrive l’organizzazione sindacale, vi è anche “l’annuncio della conclusione dello stato di emergenza il 31 marzo 2022” che alla luce del calo importante di casi Covid19 “deve prevedere anche l’abolizione dell’obbligo vaccinale Covid-19 per il personale scolastico e dell’obbligo di possesso ed esibizione della certificazione verde Covid-19.
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