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Con la Zeta dei carrarmati sul podio, Chechi: “Gesto del ginnasta russo è deplorevole”

7 marzo 2022 | 17:01
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Con la Zeta dei carrarmati sul podio, Chechi: “Gesto del ginnasta russo è deplorevole”

Polemica ai recenti Mondiali di Doha. Tecchi: “La Federazione Internazionale prenderà provvidimenti”

Doha – La Z dei carri armati schierati dalla Russia nella guerra in Ucraina sulla maglietta del ginnasta russo Ivan Kuliak, sfoggiata ieri ai Mondiali di Doha è “ovviamente un gesto a dir poco deplorevole, da condannare. Ci saranno sanzioni, giustamente”. (leggi qui)

Jury Chechi, ‘totem’ della ginnastica italiana, all’Adnkronos commenta così il gesto compiuto ieri dall’atleta russo. Nella cerimonia di premiazione, Kuliak – salito sul terzo gradino del podio – ha esibito sulla divisa la ‘Z’ che caratterizza i mezzi impiegati della Russia nella guerra in Ucraina. Accanto a Kuliak, sul primo gradino del podio, era presente l’ucraino Illia Kovtun, vincitore alle parallele.

“Posso assicurare che il sentimento mostrato dal ginnasta non sia comune: ho molti amici veri ucraini e russi, gente con cui mi sono allenato, e posso assicurare che soffrono molto per questa guerra. E in Russia non ne possono neanche parlare, perché vai in galera per 15 anni. Un mio caro amico, che conosce bene Putin, mi ha sempre colpito: se parla di Putin prima si guarda intorno per vedere se qualcuno può sentirlo. In questo frangente comunque lo sport sta reagendo unito e dalla parte della ragione”, prosegue Chechi.

Il gesto di Kuliak con ogni probabilità verrà sanzionato. “Un gesto completamente fuori luogo, e brutto caso nel mondo della ginnastica. Bravo il ginnasta ucraino che non ha reagito alla provocazione”, dice all’Adnkronos il presidente della Federginnastica, Gherardo Tecchi. “Ho chiamato subito il presidente della Federginnastica mondiale, Watanabe, loro avevano già preso nota di tutto e ovviamente lo hanno deferito alla giustizia sportiva mondiale. Un gesto inqualificabile e inammissibile. Lo sport finora sta facendo al sa parte in questa tragedia, diversi non apprezzano queste prese di posizione ma io non sono d’accordo: oggi la nostra parola deve essere a difesa di un popolo aggredito”. (Adnkronos)

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