Kirill “giustifica” la guerra in Ucraina, il Vaticano bacchetta il Patriarca ortodosso di Mosca

9 marzo 2022 | 19:07
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Kirill “giustifica” la guerra in Ucraina, il Vaticano bacchetta il Patriarca ortodosso di Mosca

Il Segretario di Stato: “Le parole di Kirill non favoriscono e non promuovono una intesa, anzi rischiano di accendere ancora di più gli animi e di andare verso una escalation”

Città del Vaticano – Vicinissimo al leader del Cremlino, il capo della Chiesa ortodossa russa (a quale fa capo anche la Chiesa ortodossa ucraina), il Patriarca Kirill, nei giorni scorsi ha giustificato la guerra in Ucraina come una sorta di crociata contro i Paesi che sostengono i diritti degli omosessuali. Nel suo sermone in occasione della Domenica del Perdono, il Patriarca ha infatti descritto il gay pride come una sorta di spartiacque fra il bene il male.

“Stiamo parlando di qualcosa di molto più importante della politica. Parliamo della salvezza umana.. siamo entrati in una guerra che non ha significato fisico ma metafisico”, ha affermato Kirill. Secondo il Patriarca, “le parate del gay pride dimostrano che il peccato è una variabile del comportamento umano”. E il loro svolgimento sono “un test di lealtà” ai governi occidentali, che invece è stato, a suo dire, respinto dalle due repubbliche separatiste del Donbass. “Per otto anni si è cercato di distruggere quanto esisteva nel Donbass, dove vi è un fondamentale rifiuto dei cosiddetti valori offerti da chi rivendica il potere mondiale”, ha detto il Patriarca affermando che la parte dove scegliamo oggi di stare “è un test della fedeltà al Signore”. Infine Kirill ha pregato per i soldati, presumibilmente russi, ignorando le sofferenze dei civili in Ucraina e le chiese colpite dai bombardamenti.

Non si è fatta attendere troppo la risposta “stizzita” del Vaticano che, tramite il Segretario di Stato bacchetta il patriarca. “Le parole di Kirill non favoriscono e non promuovono una intesa, anzi rischiano di accendere ancora di più gli animi e di andare verso una escalation e di non risolvere la crisi in maniera pacifica”, dice il cardinale Pietro Parolin a margine di un convegno organizzato a Roma all’Angelicum. Quanto alla possibilità di un incontro tra il Papa e Kirill che si era detto possibile tra giugno e luglio, Parolin ha spiegato: “La questione è molto complicata anche dalla tensione che esisteva tra Chiese quindi al momento non c’è stata possibilità”.

Il porporato ha poi raccontato cosa è stato detto al telefono tra lo stesso cardinale e il ministro degli Esteri russo (leggi qui). Da Lavrov, ha detto Parolin, non ci sono state “rassicurazioni” sui corridoi umanitari in Ucraina: “Abbiamo parlato anche dei corridoi umanitari ‘Sui tetti’, che era una delle richieste fatte anche a nome del Papa, di rispettarli, oltre che il tema del rispetto dei civili in generale. Ma no, rassicurazioni non mi sono state date”. Lavrov, ha riferito Parolin, “ha presentato il loro punto di vista”. Alla domanda se a suo parere esistano margini di trattativa per fare finire il conflitto russo-ucraino, il segretario di Stato ha risposto: “Io spero di sì perché sennò non c’è possibilità che questa guerra finisca in maniera negoziata; certo sono margini molto ristretti ma la speranza è che si possa arrivare a una posizione negoziata”.

La diplomazia pontificia è comunque al lavoro e la presenza in Ucraina di due cardinali, l’elemosiniere Konrad Krajewski e il prefetto ad interim del dicastero per lo Sviluppo umano, Micheal Czerny inviati dal Papa (leggi qui), “è il segnale che il Papa oltre a muoversi sul piano più propriamente diplomatico e spirituale ha dato anche sul versante dell’aiuto umanitario”, ha aggiunto Parolin.

Un “appello anche a tutte le forze cattoliche a soccorrere chi è in necessità”, ha aggiunto il porporato. Quanto al fatto se potranno esserci altri passi da parte della Santa Sede sul piano diplomatico, Parolin ha osservato: “Noi abbiamo dato disponibilità ripetutamente. Diciamo che ora le iniziative dovrebbero essere dall’altra parte. Se loro pensano che la Santa Sede possa aiutare noi aspettiamo. Anche se ci sono tanti tentativi in corso oltre alla nostra offerta. La Santa Sede può aiutare in questa mediazione”. Lo stesso Parolin si recò in missione diplomatica dal presidente russo Putin nel 2017 durante la crisi in Donbas e riconobbe il ruolo riconciliante della Russia. Troppo ottimismo? “C’erano gli accordi di Minsk – ha risposto il porporato – e sembrava che avrebbero funzionato ma alla fine non hanno portato a nulla; l’irrigidimento tra le parti non ha permesso uno sbocco Pacifico”.

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