Premio “Una Donna fa la differenza contro la violenza”, tra commozione, orgoglio e coraggio

9 marzo 2022 | 19:36
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Premio “Una Donna fa la differenza contro la violenza”, tra commozione, orgoglio e coraggio

Roma – Donne famose o sconosciute, giovanissime e meno giovani, di ogni estrazione sociale, vittime o protagoniste di riscosse giudiziarie, unite nella vita da un obiettivo comune: ribellarsi alla violenza, uscire dall’isolamento, trovare il coraggio di denunciare, testimoniare – come è stato detto più volte – che “insieme ce la possiamo fare”.

E’ stato un 8 marzo speciale, quello nella Tenuta della Mistica, a Roma. Un luogo immerso nel verde e diventato, per volere del Capitano Ultimo (l’uomo che guidò l’operazione che portò all’arresto del Capo dei Capi, il mafioso Totò Riina) al secolo Sergio De Caprio, un posto dove si accolgono gli ultimi – appunto – coloro che vengono marginalizzati dalla società, quelli che lui stesso definisce “i nostri fratelli poveri”.

E’ stato un 8 marzo speciale anche perché quel luogo così pregno di umanità è diventato lo scenario per il premio Una Donna fa la differenza contro la violenza, organizzato da Maricetta Tirrito in qualità di presidente del Laboratorio Una Donna.

Accanto a donne che hanno fatto della lotta alle ingiustizie la propria cifra di vita, c’erano anche giovani tersicoree provenienti dall’Istituto musicale e coreutico Giovanni Paolo II di Ostia, terra di grandi potenzialità troppo spesso “sporcata” dalle infiltrazioni della criminalità e dalla violenza che generano.

Ragazze che hanno sfidato il freddo pungente di questi giorni per sentirsi parte di una crescita collettiva, nella consapevolezza che la forza intrinseca di una donna, da sempre elemento simbolo della femminilità a dispetto dei muscoli spesso esibiti maldestramente dall’”altra parte del cielo”, può e deve essere il motore per cambiare le cose, per una rivoluzione culturale che bandisca la violenza da ogni tipo di rapporto. Che sia quella fisica, verbale, economica, psicologica o qualunque altro aspetto coercitivo nella vita di una persona.

Toccante la testimonianza di una giovane, col volto travisato da un passamontagna perché sotto protezione, che ha avuto il coraggio di denunciare i propri aguzzini. Ma le storie raccontate sono state tutte toccanti, ognuna a proprio modo. Storia di coraggio e di sofferenza, e non sempre il lieto fine è già conclamato; ed è stato proprio in questi momenti che è uscito con più forza quel senso di coraggio che solo una donna sa interpretare nonostante la paura del futuro.

Maricetta Tirrito ha premiato, accompagnata di volta in volta da personalità che hanno espresso la propria preferenza per l’assegnazione di uno dei premi, 16 donne, che hanno ricevuto l’applauso convinto dei presenti. Una solo non era fisicamente presente, in quanto impegnata in Ucraina, in questo terribile momento. E alle donne ucraine è andato il pensiero degli organizzatori, così come alle donne russe che, rischiando, scendono in strada per dire no alla guerra.

Ecco l’elenco delle premiate, per una giornata che resterà da ricordare.

Eleonora Daniele ( Giornalista e conduttrice televisiva Rai)
Debora Diodati ( presidente comitato CRI area metropolitana di Roma)
Cristina Tagliamento (Albergatrice Toscana/ Segretaria TNI)
Raffaella Delpoio (imprenditrice Antiracket Emilia Romagna )
Valeria Grasso (Donna coraggio Palermitana)
Federica Vallone (vice presidente Anpas Uges Sos Palermo)
Antonella Fontana e Grazia Tantalo (autrici libro “Piccole Grandi Donne”)
Francesca Romana Cristicini (Giornalista)
Antonella Senatore (Avvocato)
Katerina Tarkova (cantante Ucraina)
Nicoletta Carboni (consigliere comunale San Costanzo)
Monica Sansoni (Garante dell’infanzia regione Lazio)
Svetlana Celli (Presidente assemblea capitolina )
Vasvia Hadanovic (cuoca zingara)
Lucilla De Luca (medico)
Giovanna Raimondo (avvocato)

“Sono orgogliosa di aver potuto organizzare un parterre così importante per il premio annuale Una Donna – ha affermato Maricetta Tirrito –. Abbiamo bisogno di momenti come questi, perché le storie degli altri riescono a dare coraggio anche nella propria vita, e fungono da esempio per le nuove generazioni, quelle alle quali è demandato il compito di sconfiggere definitivamente la violenza, ossia quell’atteggiamento prevaricatore che il Capitano Ultimo ha definito ‘il male’”.

(Il Faro online)

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