Il Papa contro la “bestemmia” della guerra: “Chi appoggia la violenza profana il nome di Dio”

13 marzo 2022 | 13:19
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Il Papa contro la “bestemmia” della guerra: “Chi appoggia la violenza profana il nome di Dio”
Il Papa contro la “bestemmia” della guerra: “Chi appoggia la violenza profana il nome di Dio”
Il Papa contro la “bestemmia” della guerra: “Chi appoggia la violenza profana il nome di Dio”
Il Papa contro la “bestemmia” della guerra: “Chi appoggia la violenza profana il nome di Dio”

In piazza San Pietro una distesa di bandiere dell’Ucraina. Il grido del Papa: “Una barbarie uccidere i bambini. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!”

Città del Vaticano – “Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri”. Davanti a una distesa di bandiere ucraine e bandiere della pace che colorano piazza San Pietro, Papa Francesco condanna ancora una volta la “bestemmia della guerra”.

I fedeli presenti all’Angelus (leggi qui), circa 25mila, hanno partecipato con commozione al nuovo appello del Pontefice perché cessi la guerra. Il pensiero del Santo Padre va a Mariupol, città che porta il nome della Madonna, e ora “diventata una città martire della guerra straziante che sta devastando l’Ucraina. Col dolore nel cuore unisco la mia voce a quella della gente comune, che implora la fine della guerra. In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!“.

“Vorrei ancora una volta esortare all’accoglienza dei tanti rifugiati, nei quali è presente Cristo, e ringraziare per la grande rete di solidarietà che si è formata“, l’appello del Papa, che si rivolge poi “a tutte le comunità diocesane e religiose” affinché “aumentino i momenti di preghiera per la pace. Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome“. Lunghi applausi hanno accolto le accorate parole del Pontefice ma la piazza ha risposto anche con un lungo silenzio orante quando Papa Francesco ha chiesto di invocare Dio “perché converta i cuori” alla pace.

Un appello, quello odierno, che è solo la punta dell’iceberg dell’intensa attività diplomatica della Santa Sede, con la figura del Papa in primo piano. La telefonata tra il Pontefice e il presidente ucraino (leggi qui), che ha poi ringraziato il Santo Padre su Twitter, ha fatto seguito alla visita di Bergoglio, nonostante il forte dolore al ginocchio (leggi qui), all’ambasciata russa presso la Santa Sede (leggi qui): un colloquio di mezzora terminato con la proposta del Vescovo di Roma di offrirsi come mediatore fra le parti. C’è stato anche un appello da parte del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che ha chiesto a Kiev e Mosca di risparmiare il mondo “dall’orrore della guerra” (leggi qui). La settimana scorsa, il Papa ha inviato nell’est Europa due Cardinali (leggi qui) per portare la sua vicinanza (anche concreta) ai profughi e alla popolazione in fuga dalle bombe.

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