Vaticano, Messa per la pace in Ucraina: “Chi ascolta Dio non costruisce armi”

16 marzo 2022 | 18:52
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Vaticano, Messa per la pace in Ucraina: “Chi ascolta Dio non costruisce armi”

Nella basilica di San Pietro messa del Segretario di Stato alla presenza del Corpo Diplomatico della Santa Sede. In prima fila gli ambasciatori di Russia e Ucraina

Città del Vaticano – “Chi ascolta Dio non fa uso di armi. Anzi, è il caso di dire che chi ascolta Dio non fabbricherebbe nemmeno le armi”. Dal pulpito della basilica di San Pietro risuona forte l’appello al cessate il fuoco in Ucraina. Alla presenza del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il Segretario di stato vaticano, il cardinal Pietro Parolin, celebrainfatti la messa per pace nell’est Europa. In prima fila gli ambasciatori di Russia e Ucraina.

Il cardinale, facendo sue le parole del Pontefice, ricorda che “ogni uomo”, ogni “cristiano” deve essere un “artigiano di pace”. Nell’omelia, Parolin incentra la sua riflessione a partire dal discorso della montagna, dove Gesù dice: “Beati gli operatori di pace”. La pace, sottolinea il Segretario di Stato, è la “caratteristica di Dio stesso. E Dio, per il nostro pianeta, “ha progetti di pace”. La guerra non è contemplata nel pensiero di Dio, prosegue il porporato, perché a farne maggiormente le spese sono i civili. E in Ucraina le “vittime sono sempre più numerose. Di ora in ora cresce la necessità di assistenza sanitaria”.

Le bombe continuano a piovere, “ma se adesso siamo qui è perché crediamo che la preghiera non è mai inutile“, aggiunge Parolin, citando nuovamente le parole di Papa Bergoglio: “Forse la forza dell’abitudine e una certa ritualità ci hanno portati a credere che la preghiera non trasformi l’uomo e la storia. Invece pregare è trasformare la realtà. È una missione attiva, un’intercessione continua. Non è distanza dal mondo, ma cambiamento del mondo. Pregare è portare il palpito della cronaca a Dio perché il suo sguardo si spalanchi sulla storia (leggi qui)”.

Ma la preghiera è importante anche per un altro aspetto. Infatti, secondo il porporato, questa guerra nasce “da un problema che è solo di carattere politico o economico, ma anche spirituale. Dobbiamo fissare nella nostra mente e nel nostro cuore le parole di Gesù. Il credente sa che la vera gloria non è opprimere ma il contrario. È questa gloria che costruisce il mondo”. Parolin cita poi la “Pacem in terris” di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, e conclude: “La pace è l’eredità di Gesù, per questo il credente non perde mai la speranza“. Infine, l’appello ai leader politici: “Ci rivolgiamo a Dio col cuore straziato per la situazione in Ucraina e ai responsabili diciamo: ‘Tacciano le armi'”.

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