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Lotta alla mafia e sostegno dei più deboli, Tirrito (Co.G.I.): “Dalla Sicilia un segnale forte, ora tocca a Roma”

"Coinvolgeremo altri comuni della Regione Sicilia. Ma la sfida è nazionale, perché conosciamo bene la capacità di penetrazione delle mafie ad ogni latitudine"

Non poteva che partire dalla Sicilia la risposta di impegno sociale alle incursioni della mafia, e non poteva che arrivare a Roma la stessa proposta di protocollo di legalità. Il filo che da sempre lega Palermo alla Capitale – con periodi oscuri di presunta connivenza, ma anche di decisa e determinata lotta alla criminalità – era inevitabile si intrecciasse ancora una volta.

E così, nel giorno della firma di un protocollo d’intesa fra il Co.G.I. comitato dei Collaboratori di Giustizia Italiani, rappresentato dalla sua portavoce Maricetta Tirrito, e il Comune di Villabate (Palermo), rappresentato dal sindaco Gaetano Di Chiara, si rilancia al Campidoglio e al sindaco Roberto Gualtieri la medesima proposta. Il primo passo in Sicilia è stato un atto di Giunta, che dovrà essere definito con l’approvazione in consiglio comunale– si auspica all’unanimità – e successivamente la firma tra le parti.

“Ad oggi – è stato sottolineato al momento della firma – l’Italia tutta nutre l’enorme necessità di tornare a mettere al centro dell’azione politica e investigativa la lotta alle mafia, in particolare nel supporto verso chi denuncia-. La presenza dello Stato può e deve fungere da volano per lo sviluppo delle coscienze basate sui valori del rispetto e della legalità.

Unire le forze per assicurare la presenza di una rete di associazioni in sinergia, nonché di un Centro Antiracket, che offrano alla cittadinanza una forma di tutela diretta e immediata” come si legge nel protocollo d’intesa, è il primo passo formale per una reale capacità di incidere nei territori e nelle città.

“Sono soddisfatta che il comune di Villabate sia stato il primo firmatario di questo protocollo d’intenti – ha commentato Tirrito – perché si tratta di un comune densamente popolato e che in passato è stato alla ribalta per avvenimenti di stampo mafioso. Presto coinvolgeremo altri comuni della Regione Sicilia. Ma la sfida è nazionale, perché conosciamo bene la capacità di penetrazione delle mafie ad ogni latitudine. E l’impegno Roma, in questo senso, potrebbe essere un simbolo importante”.

Presente anche l’imprenditore Mimmo D’Agati, coraggioso nel suo denunciare le pressioni mafiose sul tessuto produttivo: “Con responsabilità – ha detto – intendo continuare a lottare per la mia storia restando ancorato al mio territorio, ma soprattutto a spronare e assistere tutti quanti si trovano ancora oppressi da fenomeni mafiosi che impattano negativamente sulle loro attività e famiglie, un percorso difficile ma un risultato sicuro a vincere sarà sempre la parte sana che riusciamo a mettere insieme”.
(Il Faro online)